La circolarità del biometano

Il biometano è una fonte rinnovabile, flessibile, efficiente e programmabile, può essere trasportato nelle infrastrutture di trasporto e stoccaggio esistenti, e si integra perfettamente e in maniera totalmente complementare rispetto alle altre fonti rinnovabili come solare e eolico.

Si ottiene, in impianti dedicati, dalla digestione anaerobica sia di sottoprodotti agricoli (colture dedicate, sottoprodotti e scarti agricoli e deiezioni animali) e agroindustriali (scarti di lavorazione della filiera alimentare), sia della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), attraverso un processo di purificazione del biogas.

Il biometano può essere già oggi immesso nella rete infrastrutturale esistente e utilizzato in tutti i settori in cui il gas è presente per la produzione di calore, energia elettrica o direttamente come combustibile nei veicoli a motore. Proprio in quanto energia rinnovabile, il 2 marzo 2018, il governo italiano ha emanato un Decreto Ministeriale che incentiva l’utilizzo del biometano come combustibile per l’autotrasporto.

Ciclo produttivo del biometano

Ciclo produttivo del biometano (Grafico)

I benefici del biometano sono molteplici:

  • Esempio perfetto di economia circolare: sia in campo agricolo, sia in campo agroindustriale, sia relativamente alla gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), il biometano è prodotto attraverso scarti di lavorazione e sottoprodotti che, una volta completato il processo di digestione anaerobica, sono utilizzati come fertilizzante totalmente naturale in grado di restituire ai terreni le sostanze organiche e nutritive necessarie in un’ottica di economia circolare;
  • Una fonte energetica efficiente, flessibile e programmabile: la presenza di infrastrutture quali le reti di trasporto gas e gli stoccaggi fanno sì che, al contrario delle altre energie rinnovabili, una volta immesso nella rete Snam il consumo di biometano possa essere modulato in base alle esigenze senza richiedere investimenti aggiuntivi;
  • Totalmente rinnovabile e sostenibile: il biometano, nonostante sia un gas, è di fatto considerato una fonte neutrale da un punto di vista delle emissioni di gas serra e totalmente rinnovabile, in quanto la sua produzione avviene attraverso la trasformazione di scarti e materiale organico che comunque produrrebbero emissioni di gas serra. Per il biometano da fonte agricola, è riconosciuto che le emissioni di anidride carbonica prodotte nella fase di combustione siano uguali alla quantità di anidride carbonica assorbita dalle colture durante la fase di crescita, rendendo il processo neutrale da un punto di vista emissivo. Il processo può addirittura da “neutrale” diventare “negativo”, in caso l’anidride carbonica prodotta e separata nella fase di purificazione del biogas venga utilizzata per usi industriali e/o alimentari. Inoltre, la produzione di biometano non è competitiva alla produzione di cibo e incentivando l’utilizzo di particolari culture energetiche “di secondo raccolto” permette di mantenere gli equilibri agroculturali dell’economia esistente;
  • Crea valore per le comunità locali: il biometano può essere fonte di una nuova economia a livello locale, crea posti di lavoro, incrementa il gettito fiscale per le comunità locali, risponde alle esigenze di smaltimento e valorizzazione degli scarti di produzione e della frazione organica dei rifiuti urbani e, attraverso particolari tecniche di coltivazione, combatte gli effetti della desertificazione preservando, e talvolta ricostituendo, le specifiche nutrizionali dei terreni;
  • Minimizza i costi di decarbonizzazione: non necessitando di nuovi investimenti in infrastrutture e aiutando a valorizzare scarti e sottoprodotti, il biometano diventa fonte fondamentale per centrare gli obiettivi nazionali ed europei in termini di decarbonizzazione. Un recente studio Ecofys promosso dall’associazione Gas for Climate, di cui Snam fa parte, ha stimato che lo sfruttamento del gas rinnovabile potrebbe portare un risparmio complessivo a livello europeo di circa 140 miliardi di euro all’anno entro il 2050, rispetto ad uno scenario che escluda l’utilizzo del biometano.

Il biometano è dunque una fonte energetica già pronta per rispondere agli obiettivi europei e globali di riduzione delle emissioni sfruttando le reti del gas esistenti e promuovendo un modello economico fondato sulla sostenibilità e circolarità nell’utilizzo delle risorse, con conseguenti ricadute positive sul comparto agro-alimentare.

Progetto Enersi

Nel 2018 Snam ha avviato un progetto innovativo relativo al recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Attraverso la controllata Snam4Mobility, ha acquistato, per un valore di circa 2 milioni di euro, il 100% di Enersi Sicilia Srl, società proprietaria del titolo autorizzativo per lo sviluppo di un’infrastruttura di produzione di biometano e di compost nella provincia di Caltanissetta. Il biometano prodotto sarà inserito in rete come fonte di energia rinnovabile, mentre il compost sarà utilizzato come fertilizzante naturale al posto di quello chimico.

I lavori, iniziati a dicembre 2018 e proseguiti nel corso di tutto il 2019, si concluderanno entro i primi sei mesi del 2020, con l’introduzione del biometano nella rete nazionale.

L’impianto sarà in grado di recuperare 36 mila tonnellate all’anno di FORSU, corrispondente a circa 3,2 milioni di metri cubi di biometano, pari 30 GWh di energia prodotta l’anno.

I principali vantaggi per il territorio derivanti da questo progetto sono:

  • Nuovi posti di lavoro e competenze;
  • Ritorno economico per le imprese locali che saranno coinvolte nella fase di costruzione, supporto e fornitura del nuovo stabilimento;
  • Risparmio per i cittadini in termini di costi di trasporto dei rifiuti al di fuori della Provincia e conseguente riduzione delle emissioni.