Nel corso del 2012 i mercati finanziari europei hanno registrato rialzi generalizzati, sebbene in un contesto di elevata volatilità.
Nella prima parte dell’anno le quotazioni borsistiche dell’intera Eurozona hanno subito una contrazione, principalmente a seguito dell’accentuarsi della crisi dei debiti sovrani in alcuni paesi periferici oltreché per la possibilità che gli effetti negativi della crisi influissero anche sulle economie più solide.
Nella seconda parte dell’anno le politiche di contrasto alla crisi dell’euro adottate dalla BCE (piani di acquisto di titoli di Stato) e le politiche di controllo della spesa pubblica attuate da alcuni governi, hanno allentato le tensioni sui mercati dei titoli di Stato, con ripercussioni positive su tutti i principali mercati finanziari. La ripresa di fiducia da parte degli operatori nei paesi dell’Eurozona, ha condotto ad un crescita generalizzata dei corsi azionari e obbligazionari.
Le performance annuali delle principali borse europee sono state positive: l’indice generale europeo STOXX Euro 50 ha chiuso l’anno in rialzo dell’8,8%, l’indice FTSE 100 di Londra ha fatto segnare un +5,8%, il DAX di Francoforte +29,1%, mentre il CAC 40 di Parigi +15,2%.
Nel corso dell’anno anche il mercato finanziario italiano ha seguito un andamento analogo a quello dei mercati europei. L’Italia, in quanto uno dei paesi maggiormente esposti alla crisi del debito, ha visto fino all’estate una generale disaffezione degli investitori dal mercato azionario ed obbligazionario. Successivamente, grazie alle citate politiche della BCE e alle manovre correttive attuate dal Governo per il risanamento dei conti pubblici, vi è stata una diffusa ripresa degli investimenti sia nel comparto azionario che in quello obbligazionario e dei titoli di Stato. L’indice FTSE MIB ha chiuso il 2012 con un rialzo pari al 7,8%.
Il settore utilities europeo ha chiuso in leggero calo rispetto ai valori dello scorso anno (indice STOXX Euro 600 Utilities -0,7%) . A guidare la sottoperformance rispetto ai mercati europei è stato l’andamento negativo delle società di generazione, penalizzate dalla riduzione dei margini a causa della contrazione della domanda e dell’eccesso di capacità produttiva. Tale andamento è stato parzialmente compensato dalla performance positiva delle società regolate che hanno beneficiato delle proprie caratteristiche difensive in mercati con un alto livello di volatilità.
Il titolo Snam, che è presente, oltre che nell’indice italiano FTSE MIB anche nei primari indici internazionali (STOXX, S&P, MSCI, FTSE), ha chiuso il 2012 ad un prezzo ufficiale di 3,52 euro, in aumento del 3,8% rispetto al prezzo di 3,39 euro registrato alla fine dell’anno precedente.
Nel 2012 sul mercato telematico azionario della Borsa Italiana sono stati scambiati un totale di circa 2,3 miliardi di azioni Snam, con un volume di scambi medi giornalieri leggermente superiore ai 9 milioni di azioni (in linea con il livello del 2011).
Azionariato
L’Assemblea Straordinaria degli Azionisti di Snam S.p.A. tenutasi in data 30 luglio 2012 ha deliberato l’annullamento di n. 189.549.700 azioni proprie, previa eliminazione dell’indicazione del valore nominale delle azioni stesse.
Il capitale sociale al 31 dicembre 2012 risulta costituito da n. 3.381.638.294 azioni (3.571.187.994 al 31 dicembre 2011), a fronte di un controvalore complessivo pari a 3.571.187.994 euro (parimenti al 31 dicembre 2011).
Al 31 dicembre 2012 Snam ha in portafoglio n. 2.906.550 azioni proprie (192.553.051 al 31 dicembre 2011), pari allo 0,09% del capitale sociale (5,39% al 31 dicembre 2011), per un valore di libro pari a 12 milioni di euro. A tale data le azioni proprie impegnate a fronte dei piani di Stock option 2005, 2007 e 2008 risultano pari a 2.521.350 azioni.
SNAM - CONFRONTO DELLE QUOTAZIONI SNAM, FTSE MIB E EURO STOXX 600 UTILITIES
(31 dicembre 2011 - 31 dicembre 2012)
Fonte: Elaborazione Snam su dati BLOOMBERG.
SNAM - CONFRONTO PERFORMANCE SNAM SUI PRINCIPALI INDICI DI BORSA
INDICI DI SOSTENIBILITÀ
AZIONARIATO SNAM PER TIPOLOGIA DI INVESTITORE
AZIONARIATO SNAM PER AREA GEOGRAFICA
(*) Nella percentuale Italia è compresa la quota complessiva di investitori retail e di azioni proprie in portafoglio