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Biodiversità

SO1

La salvaguardia del valore naturale dei territori interessati dalle nuove opere è un aspetto importante per Snam. Al fine di acquisire una conoscenza quanto più completa del territorio attraversato vengono svolte indagini di campo specialistiche. I risultati di queste indagini contribuiscono a definire e a mettere in atto le scelte progettuali più opportune per ridurre al minimo gli impatti sulla biodiversità, generati in particolare nella fase di realizzazione e alla quale fanno seguito i ripristini ambientali e il monitoraggio degli stessi, svolto in accordo e in collaborazione con gli enti preposti.

EN13

L’obiettivo dei ripristini della vegetazione, in particolare dei rimboschimenti, non riguarda la sola ricostituzione delle aree boschive, ma anche la generale ricomposizione del paesaggio e la ripresa della funzionalità biologica delle aree vegetate, intese soprattutto nel loro ruolo di habitat faunistico con specifiche caratteristiche di biodiversità. Ai ripristini e rimboschimenti fa seguito l’esecuzione delle “cure colturali”, ovvero la cura e la manutenzione, per un periodo di almeno cinque anni, delle piantine messe a dimora.

EN14

I progetti di monitoraggio riguardano i tracciati di alcuni metanodotti che interferiscono, anche solo marginalmente, con gli ambiti territoriali naturali di valore faunistico ed ecologico e sono finalizzati alla verifica del processo di rinaturalizzazione delle aree interessate dai lavori, sulla base del confronto tra le condizioni dopo i ripristini (“post-operam”) e le condizioni originarie (“ante-operam”). I monitoraggi sono normalmente eseguiti per gli habitat più significativi individuati nella fase progettuale.

EN11

 PERCORRENZA METANODOTTI IN SITI RETE NATURA 2000

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2010

2011

2012

Km. di rete

30,9

15,5

7,4

Le principali aree Natura 2000 interessate dalla percorrenza dei metanodotti nel 2012 sono state:

  • Bacini ex-zuccherificio di Argelato e golena del fiume Reno (BO)
  • Area delle risorgive di Viarolo, bacini zuccherificio Torrile, fascia golenale del Po (PR)
  • Paludi di Arsago(VA)
  • Palude Brabbia (VA)

MONITORAGGI E RIPRISTINI AMBIENTALI (KM DI RETE)

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2010

2011

2012

Ripristini

173

235

193

Nuovi rimboschimenti

25

43

6

Cure colturali

151

151

158

Monitoraggi ambientali

883

1.065

830

PRINCIPALI RIPRISTINI E MONITORAGGI AMBIENTALI DELL’ANNO

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Ente di riferimento

Denominazione

Attività svolte

Regione Friuli
Venezia-Giulia

metanodotto
“Malborghetto – Bordano”

È proseguita la collaborazione con l’Ufficio Parchi della Regione relativamente al monitoraggio dei ripristini vegetazionali lungo il tracciato del metanodotto. In particolare, in un tratto del metanodotto, in corrispondenza della Riserva Naturale Regionale della Val Alba, sono proseguite le attività di ricerca e monitoraggio faunistico di durata decennale, con l’ausilio di esperti in campo internazionale. Nel 2012 è stato eseguito l’ottavo anno di monitoraggio faunistico e il decimo e ultimo anno del monitoraggio vegetazionale e pedologico.

Regione Sicilia

metanodotto
“Bronte – Montalbano”

È proseguita la collaborazione con l’azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana per la messa in produzione di piantine forestali autoctone destinate ai rimboschimenti lungo il tracciato del posato all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi. Nel 2012 sono state eseguite le periodiche cure colturali e le sostituzioni delle piantine non attecchite. Le piante in sostituzione saranno ugualmente fornite dai vivai dall’azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Nel corso dell’autunno 2012 sono iniziati alcuni interventi di ingegneria naturalistica lungo il tracciato del metanodotto all’interno del Parco dei Nebrodi, impiegando anche talee radicate e piantine in vaso prelevate sempre dal Vivaio Regionale.

SENTIERI SOSTENIBILI PER IL PARCO DEI NEBRODI, IN SICILIA

Nella seconda metà del 2012 è stato pubblicato il libro Sentieri Sostenibili, Parco dei Nebrodi, un progetto editoriale sviluppato da Snam ed edito da 24 ORE Cultura. Il volume, realizzato con la collaborazione del Parco dei Nebrodi, è il primo di una collana dedicata alle best practice aziendali relative all’applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica nei territori particolarmente delicati e con ecosistemi complessi, come i parchi e le aree protette. Il libro racconta un’esperienza costruttiva - quella della realizzazione del metanodotto Bronte-Montalbano Elicona che attraversa per 15 chilometri il Parco dei Nebrodi in Sicilia - che rappresenta un esempio virtuoso di integrazione fra sviluppo economico sostenibile e salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente. Ciò è potuto avvenire grazie alla stretta collaborazione fondata sul confronto e sulla condivisione degli obiettivi, realizzatasi tra i diversi protagonisti dell’iniziativa quali l’Ente Parco, l’Osservatorio Ambientale, gli esperti dell’Università di Palermo e le associazioni ambientaliste.

Attraverso una serie di interviste, testimonianze, approfondimenti e illustrazioni nel libro viene presentato l’intero progetto di studio, realizzazione e ripristino morfologico e vegetazionale dell’area attraversata dall’infrastruttura, mettendo in luce le caratteristiche geografiche e le peculiarità paesaggistiche e faunistiche proprie di quel territorio, a beneficio degli stakeholder.

Sulla scorta dell’esperienza Snam Nebrodi, l’Università di Palermo aveva realizzato il primo corso di formazione post lauream dedicato all’ingegneria naturalistica. Oggi, quella prima attività formativa si è trasformata in un master dedicato al recupero ambientale e all’ingegneria naturalistica.

Il volume è stato presentato in occasione del Convegno Internazionale Ingegneria naturalistica e difesa del territorio, promosso dal Parco dei Nebrodi, dall’Università di Palermo e dall’AIPIN (Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica) e con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero dell’Ambiente e di Federparchi. Nell’incontro si sono affrontate le problematiche connesse alla difesa del suolo e agli interventi di recupero e riqualificazione ambientale, con particolare riferimento al territorio siciliano. In quest’occasione è stato illustrato il progetto realizzato da Snam e le tecniche di ingegneria naturalistica che vengono adottate per la realizzazione dei metanodotti, con particolare riferimento alle pratiche di ripristino ambientale e vegetazionale.

EN12

Salvaguardia della biodiversità

Nell’autunno 2012 sono iniziati i lavori di ripristino vegetazionale per il metanodotto Somma Lombardo - Besnate DN 300 (12") - 24 bar – lunghezza 5,8 km, posto all’interno del territorio del Parco Lombardo della Valle del Ticino e, per una percorrenza di 1,5 km circa, all’interno del Sito di Importanza Comunitaria “ Paludi di Arsago” (SIC IT2010011) gestito dal Parco stesso. Il territorio del Parco attraversato è caratterizzato prevalentemente da 4,9 Km di boschi di latifoglie ma con consistenti presenze di specie arboree alloctone. In accordo con il Parco viene eseguito un rimboschimento con piantagione diffusa. Saranno poste a dimora 12.500 piante circa e circa 10.500 specie arbustive I ripristini vegetazionali si completeranno nella primavera 2013.

Nel 2012 è proseguito il rilievo faunistico, finalizzato al censimento di specie di anfibi protetti all’interno del territorio del SIC “Paludi di Arsago”, e iniziato, con la fase ante-opera, nel 2011. È stata garantita da parte di Snam Rete Gas la presenza di esperti erpetologi durante i lavori, al fine di identificare gli individui faunistici eventualmente presenti, predisporne il trasferimento in zone idonee al di fuori del perimetro delle aree di scavo, registrare tutti i dati utili ottenibili dai ritrovamenti. Durante la fase dei lavori (monitoraggio in corso d’opera), nelle aree vicine al tracciato sono state censite 5 specie di anfibi tra cui un esemplare femmina di Pelobate fosco italiano (Pelobates fuscus insubricus). Tale esemplare è stato rinvenuto in corrispondenza del tratto iniziale del tracciato, è stato prelevato, salvaguardato e deposto in aree esterne ai lavori.

Per il monitoraggio post operam, l’indagine faunistica è stata estesa a tutte le zone umide idonee alla presenza di anfibi sia all’interno del SIC Paludi di Arsago sia in alcune aree limitrofe al SIC, al fine di caratterizzare con maggiore dettaglio i principali siti riproduttivi del Pelobate fosco italiano. Si tratta di aree umide circoscritte non interessate dal tracciato del metanodotto Somma Lombardo – Besnate o marginalmente interessate e accuratamente salvaguardate con l’ausilio degli esperti erpetologi, evitando l’esecuzione dei lavori nel periodo riproduttivo ed eseguendo, al termine dei lavori, il ripristino degli aspetti naturali.

L’indagine “batracologica” (indagine faunistica specifica per gli anfibi) ha permesso di identificare 28 siti riproduttivi di anfibi all’interno del SIC “Paludi di Arsago” e nelle sue immediate vicinanze: 15 di questi si trovano all’interno del perimetro del SIC, mentre 13 si trovano all’esterno del confine. Tali siti sono legati ad ambienti umidi o acquatici.

La presenza del Pelobate fosco è stata accertata in 14 siti, ma l’avvenuta riproduzione (confermata dal ritrovamento di larve) è stata confermata solo in 10 siti; il monitoraggio delle fasi di sviluppo delle larve in relazione all’idroperiodo, inoltre, ha permesso di constatare come solo in 8 di queste stazioni il periodo di permanenza dell’acqua sia stato sufficiente al completamento della metamorfosi. Il censimento e la caratterizzazione di tali siti ha fornito importanti dati scientifici per una maggiore conoscenza del territorio e per una sua più appropriata gestione.

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