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Protezione dell’ambiente e della biodiversità
GRI - G4: SO2

Per sviluppare i nuovi insediamenti, oltre ai criteri di fattibilità tecnico-economica, Snam adotta procedure che rispondono a valutazioni stringenti di compatibilità ambientale e di sicurezza.

Le valutazioni degli effetti sull’ambiente circostante riguardano tutte le fasi del ciclo di vita dell’opera, localizzazione, progettazione, realizzazione, esercizio e dismissione. Tali valutazioni vengono effettuate nell’ambito delle procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), al termine della quale le amministrazioni preposte, sia a livello centrale che locale, rilasciano le autorizzazioni previste dalla normativa vigente.

Per quanto riguarda lo sviluppo della rete dei gasdotti, che rappresenta la fattispecie più ricorrente e significativa, in fase di progettazione il tracciato è scelto tra diverse alternative, cercando di evitare o di ridurre al minimo necessario il passaggio in aree di rilevante interesse naturale o culturale, aree archeologiche, aree geologicamente instabili e aree antropizzate o in cui è prevista la costruzione di nuovi insediamenti abitativi.

Progresso e passato, in mostra i reperti archeologici rinvenuti in fase di scavo

Negli ultimi mesi del 2013 è stata ideata e realizzata, la mostra “Progresso e Passato”, inaugurata a gennaio 2014 presso il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, che ospita reperti archeologici provenienti dagli scavi effettuati tra il 2010 e il 2011 in occasione della realizzazione di un tratto del metanodotto Snam compreso tra Cremona e Sergnano. Promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, la mostra è stata resa possibile anche grazie ad alcuni interventi di restauro promossi da Snam sulle testimonianze rinvenute - nel rispetto dei tempi di realizzazione – presso il metanodotto, mettendo a disposizione del pubblico i risultati delle ricerche, garantendo così la conservazione di testimonianze di alto valore storico per il territorio cremonese. Il risultato offre uno spaccato del popolamento del territorio cremonese che si estende nello spazio e nel tempo: lungo un tracciato di poco più di 70 chilometri sono stati infatti portati alla luce ben 66 siti, con una cronologia compresa tra l’età preistorica e i giorni nostri.

Le attività di tutela e conservazione non si sono esaurite con la fine dei lavori sul campo: il lavoro degli archeologi che hanno raccolto i reperti e i dati è stato approfondito da un gruppo di studio, formato da specialisti delle diverse epoche e discipline, e la fragilità delle testimonianze del passato ha richiesto la cura minuziosa di restauratori che ne hanno assicurato la migliore conservazione. A lato dell’esposizione sono state realizzate anche una pubblicazione e alcune conferenze nelle quali sono stati approfonditi alcuni aspetti relativi ai contesti più complessi emersi nel corso dei diversi ritrovamenti.

Nella fase di costruzione, in casi particolari, si utilizzano, compatibilmente con la fattibilità tecnica, procedure e tecnologie che riducono le interferenze con l’ambiente circostante, quali, la riduzione della larghezza della fascia di lavoro, la minimizzazione delle infrastrutture di cantiere provvisorie e le tecniche esecutive “trenchless” (tunnel e microtunnel) in alternativa agli scavi tradizionali. Terminata la posa viene effettuata un’accurata operazione di ripristino ambientale in modo da riportare il terreno nelle condizioni originali.

Nella fase di dismissione le infrastrutture vengono rimosse in accordo con le Autorità competenti. In alcuni casi, al fine di salvaguardare la biodiversità ricostituita anche grazie agli interventi di ripristino, viene valutata la possibilità di mantenere la tubazione interrata previa inertizzazione, evitando così ulteriori attività di cantiere.

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Decreti di via ottenuti nell’anno

 

 

 

 

 

Denominazione

Lunghezza (km)
Potenza (MW)

Regioni interessate

Competenza

Data Decreto

Metanodotto Gavi - Pietralavezzara

26 km

Piemonte

Regione Piemonte

13/04/2013

Impianto di compressione di Minerbio
Potenziamento di Poggio Renatico
(impianto di compressione)
Metanodotto Minerbio - Poggio Renatico

2x12 MW
1x25 MW

20 km

Emilia - Romagna

Regione Emilia-Romagna

23/12/2013

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Provvedimenti di verifica di assoggettabilità ottenuti nell’anno

 

 

 

 

 

Denominazione

Lunghezza (km)
Potenza (MW)

Regioni interessate

Competenza

Data provvedimento

Metanodotto Foligno-Sestino: variante nei comuni di Gubbio e Gualdo Tadino

7,8 km

Umbria

Ministero Ambiente

29/10/2013

Esclusione di VIA all’installazione della nuova turbina TC7 impianto stoccaggio di Minerbio

 

Emilia Romagna

Ministero Ambiente

20/11/2013

Esclusione di VIA alle modifiche impiantistiche per la realizzazione della nuovo impianto stoccaggio Bordolano

 

Lombardia

Ministero Ambiente

08/08/2013

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Domande di via presentate nell’anno al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dei Beni Culturali

 

 

 

Denominazione

Regioni interessate

Data presentazione

Realizzazione nuovo stoccaggio gas Concessione Alfonsine Stoccaggio

Emilia Romagna

13/04/2013

Esercizio a Pmax = 1,10 Pi Livello C2 e Sviluppo Nuovo Livello F Concessione Fiume Treste Stoccaggio

Abruzzo e Molise

23/12/2013

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Decreti di via presentati nell’anno alle Regioni

 

 

 

 

Denominazione

Lunghezza (km)

Regioni interessate

Data presentazione

Metanodotto Bussero - Osnago e ricollegamenti

26 km

Lombardia

29/07/2013

Biodiversità GRI - G4: EN13, EN14, SO1

In termini di sostenibilità ambientale, Snam considera particolarmente importante la salvaguardia del valore naturale dei territori interessati dalle nuove opere, che inizia attraverso le indagini specialistiche di campo per acquisire una conoscenza quanto più completa del territorio attraversato. I risultati di queste indagini contribuiscono a definire e a mettere in atto le scelte progettuali più opportune per ridurre al minimo gli impatti sulla biodiversità, generati in particolare nella fase di realizzazione e alla quale fanno seguito i ripristini ambientali e il loro monitoraggio degli stessi, svolto in accordo e in collaborazione con gli enti preposti.

L’obiettivo dei ripristini della vegetazione, in particolare dei rimboschimenti, non è la sola ricostituzione delle aree boschive, ma è la generale ricomposizione del paesaggio e la ripresa della funzionalità biologica delle aree vegetate, intese soprattutto nel loro ruolo di habitat faunistico con specifiche caratteristiche di biodiversità. Ai ripristini e rimboschimenti fa seguito l’esecuzione delle “cure colturali”, ovvero la cura e la manutenzione, per un periodo di almeno cinque anni, delle piantine messe a dimora.

I progetti di monitoraggio riguardano i tracciati di alcuni metanodotti che interferiscono, anche solo marginalmente, con gli ambiti territoriali naturali di valore faunistico ed ecologico e sono finalizzati alla verifica del processo di rinaturalizzazione delle aree interessate dai lavori, sulla base del confronto tra le condizioni dopo i ripristini (“post-operam”) e le condizioni originarie (“ante-operam”). I monitoraggi sono normalmente eseguiti per gli habitat più significativi individuati nella fase progettuale.

PERCORRENZA METANODOTTI IN SITI RETE NATURA 2000 (KM)

Percorrenza metanodotti in siti Rete Natura 2000 (km) (Grafico a barre)
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Siti Natura 2000 interessati dalla percorrenza dei metanodotti
GRI - G4: EN11

 

 

Zone Protezione Speciale/Sito di interesse Comunitario

km

Pollino e Orsomarso

3,5

Fiumara Laverde

0,6

Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e Area Marina dello Stretto di Messina

1,0

Ambito fluviale del Livenza e corso inferiore del Monticano

0,04

Fiume Toce e Greto Torrente Toce tra Domodossola e Villadossola"

1,6

Stagni di Belangero

0,78

Risaie della Lomellina

0,7

Cave Danesi

1,35

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Monitoraggi e ripristini ambientali (km di rete)

 

 

 

 

Denominazione

2011

2012

2013

Ripristini

235

193

131

Nuovi rimboschimenti

43

6

22

Cure colturali

151

158

135

Monitoraggi ambientali

1.065

830

1.063

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Principal i monitoraggi e ripristini ambientali eseguiti nell’anno

 

 

 

Ente di riferimento

Denominazione

Attività svolte

Regione Friuli
Venezia-Giulia

Metanodotto
“Malborghetto - Bordano”

Nel tratto di metanodotto Malborghetto - Bordano in corrispondenza della Riserva Naturale Regionale della Val Alba, sono proseguite le attività di ricerca e monitoraggio faunistico di durata decennale, con l’ausilio di esperti in campo internazionale. Nel 2013 è stato eseguito il nono e penultimo anno di monitoraggio faunistico.

Regione Sicilia

Metanodotto
“Bronte - Montalbano”

E’ proseguita la collaborazione con l’azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana per la messa in produzione di piantine forestali autoctone destinate ai rimboschimenti lungo il tracciato del posato all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi. Nel 2013 sono state eseguite le periodiche cure colturali e le sostituzioni delle piantine non attecchite. Le piante in sostituzione sono ugualmente fornite dai vivai dall’azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.

Salvaguardia della biodiversità (GRI - G4: EN12, EN14)

Nel corso del 2013 si è svolto il nono e penultimo anno di monitoraggio faunistico nella Riserva Naturale della Val Alba lungo il tracciato del metanodotto Malborghetto – Bordano.

Il monitoraggio faunistico, di durata decennale, è stato eseguito in ottemperanza alla prescrizione contenuta nel Decreto di compatibilità ambientale con cui, nel 2002, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare autorizzava la costruzione dell’opera infrastrutturale.

Con il Decreto veniva in particolare prescritta l’esecuzione di un monitoraggio decennale sui dinamismi faunistici per gruppi zoologici significativi nelle aree SIC: il territorio della riserva naturale della Val Alba comprende il Sito di Importanza Comunitaria “Zuc dal Bor”, attraversato appunto dal metanodotto Malborghetto – Bordano.

Nel 2013 sono stati elaborati i risultati del biennio di osservazione 2012-2013; nel 2014 sarà effettuato il decimo e ultimo anno di monitoraggio faunistico e sarà elaborata una specifica relazione finale conclusiva del decennio di osservazione.

Il tratto di metanodotto oggetto di monitoraggio faunistico si trova all’interno della Riserva Naturale della Val Alba, caratterizzata dalla presenza di faggete naturali affiancate a peccete (rimboschimenti di abete rosso). Le peccete hanno sostituito, nel tempo, alcuni ambienti aperti originariamente sfruttati come pascolo. Sono ancora presenti infatti nella valle, alcune vecchie malghe che avevano in passato funzioni di “casere” per la trasformazione in loco del latte prodotto dal bestiame durante l’alpeggio estivo. Il metanodotto percorre la valle per un breve tratto compreso tra l’imbocco sud della Galleria Chiavals e l’imbocco nord della Galleria Masereit, in parte posto a fianco di una strada forestale e sempre in parallelo a un metanodotto già esistente. Al termine dei lavori di realizzazione del gasdotto, sono stati eseguiti anche i ripristini vegetazionali con la messa a dimora di alberi e arbusti (sono state messe a dimora piantine di Sorbo montano, Sorbo degli Uccellatori, Salice, Pioppo tremulo, Acero montano, tutte specie autoctone prodotte dai vivai regionali) e con gli inerbimenti. In tale ambito si è svolto inoltre il monitoraggio decennale dei neoecosistemi derivanti dagli interventi di rivegetazione (monitoraggio dei suoli e della vegetazione) conclusosi positivamente nel 2012.

Come per gli anni precedenti, anche nel biennio 2012-1013 i rilievi faunistici all’interno dell’area di monitoraggio sono stati eseguiti nel corso di tutte e quattro le stagioni dell’anno. L’attenzione è stata rivolta alle osservazioni dirette (avvistamenti), alle vocalizzazioni, alle tracce su neve, nonché agli escrementi che sono stati rilevati (qualificati e quantificati) secondo i metodi del “pellet count”. Nella primavera del 2012 e a fine estate del 2013 per un periodo della durata di quattro settimane rispettivamente si sono svolte due sessioni di monitoraggio intensivo con l’ausilio di 10 trappole videofotografiche all’infrarosso passivo.

Anche nel 2013 si sono mantenute attive le 8 trappole “a pelo” posizionate sul campo negli anni passati ad integrazione delle tecniche di rilevamento per i grandi mammiferi carnivori. Nel complesso dei rilevamenti faunistici (transetti su neve, “pellet-count” e uscite in cerca di osservazioni dirette anche con l’ausilio del faro), è stato effettuato uno sforzo di campionamento pari a 133 ore.

Nel corso del 2013, la somma di tutte le tecniche di rilevamento ha consentito di riconfermare la presenza di tutte le specie già in passato rilevate, ovvero 9 specie di mammiferi quali Cervo (Cervus elaphus), Capriolo (Capreolus capreolus), Camoscio (Rupicapra rupicapra), Volpe (Vulpes vulpes), Tasso (Meles meles), Martora (Martes martes), Faina (Martes foina), Lepre comune (Lepus europaeus), Lepre varibile (Lepus timidus) e 4 specie di uccelli quali Aquila reale (Aquila chrysaetos), Poiana (Buteo buteo), Allocco (Strix aluco) e Francolino (Bonaria bonasia), tra le specie oggetto dell’indagine. A queste si aggiungono numerose specie di uccelli non oggetto specifico dell’indagine.

Per quanto riguarda esclusivamente gli eventi di video-trappolaggio sono stati rilevati: 79 caprioli, 36 cervi, 6 camosci, 11 volpi, 2 martore, una faina, un tasso. Notevole e in netto aumento la presenza di persone (escursionisti) con ben 234 eventi registrati. Le trappole a pelo hanno continuato a non dare risultati utili per le specie indagate con queste tecniche (i grandi mammiferi carnivori, quali Orso, Lupo e Lince).

I lavori confermano in sostanza il trend rilevato negli anni passati. La situazione faunistica, a partire dagli erbivori, é complessivamente migliorata. Il Capriolo mantiene il trend in lieve aumento, trattandosi tuttavia di una specie molto dinamica ed esposta a continue fluttuazioni. Il Cervo rimane in chiaro aumento, rimangono costanti o in aumento gli eventi riproduttivi, mentre il bramito in autunno ha registrato un calo. Questo fatto può dipendere da disturbi antropici di cui però non si sono registrate evidenze dirette. Il Camoscio rimane l’ungulato con una dinamica al di sotto le sue potenzialità: gli effetti provocati dalle ondate di rogna sarcoptica sono evidenti e la popolazione rimane stabile su numeri bassi. Tra i piccoli erbivori rimane costante sia la Lepre bianca che la Lepre comune. In merito ai piccoli carnivori la situazione sembra stabile con lieve ripresa per la Volpe, di cui tuttavia si sono registrati anche nel 2013 casi di rogna, uno dei fattori limitanti della vitalità della popolazione. Rimangono assenti nei rilevamenti ancora i grandi carnivori (Orso, Lupo, Lince) che tuttavia continuano a essere registrati nelle aree direttamente limitrofe.

Sentieri sostenibili per il Parco delle Prealpi Giulie

Pubblicato nel 2013 il secondo volume della collana Sentieri Sostenibili, nato con l’intento di far conoscere l’impegno di Snam sul fronte della tutela ambientale, dei ripristini vegetazionali e morfologici, delle best practice che contraddistinguono il modo di operare nella realizzazione delle infrastrutture per il trasporto del gas. Il progetto vuole essere al tempo stesso un modo attraverso il quale valorizzare la ricchezza di territori delicati e con ecosistemi complessi e dei parchi e delle aree protette, con i quali si sono sviluppate collaborazioni ed esperienze secondo un modello di valore condiviso teso a creare opportunità sia per l’impresa che per il territorio.

Questo secondo volume della collana, realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente ed edito da 24 ORE Cultura, riporta la collaborazione tra il Parco delle Prealpi Giulie e Snam, che ha portato alla realizzazione di un’importante struttura energetica per il Paese, il metanodotto Malborghetto-Bordano, utile all’importazione del gas proveniente dalla Russia e che corre per un breve tratto nella riserva naturale della Val Alba. Il volume racconta le caratteristiche geografiche, vegetazionali, faunistiche, di interazione territoriale e potenzialità economiche e turistiche del Parco. Mostra come si possa far convivere la realizzazione di un’infrastruttura con il recupero del paesaggio originale, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi in un’ottica di ripristino delle condizioni originarie e, dove è possibile, anche di miglioramento delle condizioni di partenza.

La ricostituzione delle condizioni naturali preesistenti all’intervento, unitamente alla salvaguardia e alla tutela della biodiversità sono stati i principi guida che hanno indirizzato il progetto di ripristino ambientale.

Alla base del processo, ed elemento determinante per l’individuazione delle azioni di intervento, è stato il lavoro di indagine, scientifico e meticoloso, condotto da tecnici e studiosi del settore, diretto allo studio del suolo, della vegetazione e dei dinamismi faunistici, che si è protratto per circa otto anni, dalla fase di progettazione fino a ben oltre la fine dei lavori di mitigazione.

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