3. Criteri di valutazione
Di seguito sono illustrati i criteri di valutazione più significativi adottati per la redazione del bilancio consolidato.
Immobili, impianti e macchinari
Gli immobili, impianti e macchinari sono rilevati secondo il criterio del costo e sono iscritti al prezzo di acquisto, di conferimento o al costo di produzione comprensivo dei costi accessori di diretta imputazione necessari a rendere le attività pronte all’uso. Quando è necessario un rilevante periodo di tempo affinché il bene sia pronto all’uso, il prezzo di acquisto, di conferimento o il costo di produzione include gli oneri finanziari che teoricamente si sarebbero risparmiati, nel periodo necessario a rendere il bene pronto all’uso, qualora l’investimento non fosse stato effettuato.
In presenza di obbligazioni attuali per lo smantellamento, la rimozione delle attività e la bonifica dei siti, il valore di iscrizione include i costi stimati (attualizzati) da sostenere al momento dell’abbandono delle strutture, rilevati in contropartita a uno specifico fondo. Il trattamento contabile delle revisioni di stima di questi costi, del trascorrere del tempo e del tasso di attualizzazione è indicato al punto “Fondi per rischi e oneri”.
Non è ammesso effettuare rivalutazioni delle attività materiali, neanche in applicazione di leggi specifiche.
I costi per migliorie, ammodernamento e trasformazione aventi natura incrementativa del valore degli immobili, impianti e macchinari sono rilevati all’attivo patrimoniale quando è probabile che incrementino i benefici economici futuri attesi. Sono rilevati all’attivo patrimoniale anche gli elementi acquistati per ragioni di sicurezza o ambientali che, seppur non incrementando direttamente i benefici economici futuri delle attività esistenti, sono necessari per l’ottenimento di benefici di altre attività materiali.
I costi di sostituzione di componenti identificabili di beni complessi sono imputati all’attivo patrimoniale e ammortizzati lungo la loro vita utile; il valore di iscrizione residuo della componente oggetto di sostituzione è imputato a conto economico. Le spese di manutenzione e riparazione ordinarie, diverse dalle sostituzioni di componenti identificabili, che reintegrano e non incrementano le prestazioni dei beni, sono imputate a conto economico nell’esercizio in cui sono sostenute.
La voce immobili, impianti e macchinari include: (i) nell’ambito delle attività di trasporto di gas naturale, il valore relativo alle quantità di gas naturale immesse al fine di permettere la messa in esercizio dei metanodotti. La valorizzazione è effettuata secondo il metodo del costo medio ponderato d’acquisto. In particolare, la componente di tale quantità che non risulta più estraibile (cosiddetta “Initial line pack”) è oggetto di ammortamento lungo la vita utile dell’impianto a cui fa riferimento. Al contrario, la componente commerciale, che risulta eventualmente cedibile al mercato o adoperabile per usi alternativi (cosiddetta “Operating line pack”), non è sottoposta ad ammortamento, in quanto non soggetta per sua natura a deprezzamento; (ii) nell’ambito delle attività di stoccaggio di gas naturale, la parte di gas iniettato nei pozzi di stoccaggio destinata a costituire il cushion gas.
Gli immobili, impianti e macchinari sono eliminate contabilmente al momento della loro dismissione o quando nessun beneficio economico futuro è atteso dal loro utilizzo o dismissione; il relativo utile o perdita è rilevato a conto economico.
Ammortamento di immobili, impianti e macchinari
Gli immobili, impianti e macchinari, dal momento in cui il cespite risulta disponibile e pronto per l’uso, sono ammortizzati sistematicamente a quote costanti lungo la loro vita utile, intesa come il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile per l’entità.
Il valore oggetto di ammortamento è rappresentato dal valore di iscrizione, ridotto del presumibile valore netto di realizzo al termine della sua vita utile, se significativo e ragionevolmente determinabile.
Di seguito sono riportate le aliquote di ammortamento annue utilizzate per l’esercizio in esame, presentate per categorie omogenee con evidenza del relativo intervallo di applicazione:
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Aliquota economico tecnica (%) annua |
Fabbricati |
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- Fabbricati |
2-2,5 o superiore in funzione della vita residua |
Impianti e macchinari – Trasporto |
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- Metanodotti |
2 o superiore in funzione della vita residua |
- Centrali di compressione |
5 o superiore in funzione della vita residua |
- Impianti di riduzione e regolazione del gas |
5 o superiore in funzione della vita residua |
- Strumenti e sistemi di misura e controllo |
5 o superiore in funzione della vita residua |
Impianti e macchinari – Stoccaggio |
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- Condotte |
2 |
- Centrali di trattamento |
4 o superiore in funzione della vita residua |
- Centrali di compressione |
5 o superiore in funzione della vita residua |
- Pozzi di stoccaggio |
1,66 o superiore in funzione della vita residua |
- Strumenti e Sistemi di monitoraggio e controllo |
4 o superiore in funzione della vita residua |
Impianti e macchinari – Rigassificazione |
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- Impianti di rigassificazione |
4 o superiore in funzione della vita residua |
- Serbatoi ed oleodotti |
4 o superiore in funzione della vita residua |
Altri impianti e macchinari |
2,5-12,5 |
Apparecchiature di misura |
5 o superiore in funzione della vita residua |
Attrezzature industriali e commerciali |
10-35 |
Altri beni |
10-33 |
Quando un elemento ricompreso nella categoria immobili, impianti e macchinari è costituito da più componenti significative aventi vite utili differenti, l’ammortamento è effettuato per ciascuna componente (component approach).
Non sono oggetto di ammortamento i terreni, anche se acquistati congiuntamente ad un fabbricato, nonché le attività materiali destinate alla vendita (si veda il punto “Attività non correnti destinate alla vendita e discontinued operations”).
Le aliquote di ammortamento sono riviste su base annua e sono modificate se l’attuale vita utile stimata differisce da quella stimata in precedenza. Eventuali modifiche al piano di ammortamento, derivanti da revisione della vita utile dell’attività, del valore residuo ovvero delle modalità di ottenimento dei benefici economici dell’attività, sono rilevate prospetticamente.
I beni gratuitamente devolvibili sono ammortizzati nel periodo di durata della concessione o della vita utile del bene, se minore.
Beni in locazione finanziaria
I beni assunti in leasing finanziario, ovvero relativi ad accordi che, pur non assumendo la forma esplicita di un leasing finanziario, prevedono il trasferimento sostanziale dei benefici e rischi della proprietà, sono iscritti alla voce immobili, impianti e macchinari, al fair value, al netto dei contributi di spettanza del conduttore, o se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti per il leasing, inclusa l’eventuale somma da pagare per l’esercizio dell’opzione di acquisto, in contropartita al debito finanziario verso il locatore. I beni sono ammortizzati applicando il criterio e le aliquote adottate per gli immobili, impianti e macchinari di proprietà. Quando non vi è la ragionevole certezza di esercitare il diritto di riscatto, l’ammortamento è effettuato nel periodo più breve tra la durata della locazione e la vita utile del bene.
Le locazioni nelle quali il locatore mantiene sostanzialmente tutti i rischi e i benefici legati alla proprietà dei beni sono classificate come leasing operativi. In tal caso, il locatario sostiene esclusivamente costi di periodo nella misura dei canoni di locazione previsti da contratto e non iscrive attività immobilizzate. Le migliorie su beni condotti in locazione sono ammortizzate lungo la vita utile delle migliorie stesse o il minore periodo residuo di durata della locazione tenendo conto dell’eventuale periodo di rinnovo se il suo verificarsi dipende esclusivamente dal conduttore ed è virtualmente certo.
Attività immateriali
Le attività immateriali riguardano le attività prive di consistenza fisica, identificabili, controllate dall’impresa e in grado di produrre benefici economici futuri, nonché l’avviamento, quando acquisito a titolo oneroso. L’identificabilità è definita con riferimento alla possibilità di distinguere l’attività immateriale acquisita dall’avviamento; questo requisito è soddisfatto, di norma, quando: (i) l’attività immateriale è riconducibile ad un diritto legale o contrattuale, oppure (ii) l’attività è separabile, ossia può essere ceduta, trasferita, data in affitto o scambiata autonomamente oppure come parte integrante di altre attività. Il controllo dell’impresa consiste nel potere di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dall’attività e nella possibilità di limitarne l’accesso ad altri. Le attività immateriali sono iscritte al costo determinato secondo i criteri indicati per gli immobili, impianti e macchinari. Non è ammesso effettuare rivalutazioni, neanche in applicazione di leggi specifiche.
I costi relativi all’attività di sviluppo tecnologico sono imputati all’attivo patrimoniale quando: (i) il costo attribuibile all’attività immateriale è attendibilmente determinabile; (ii) vi è l’intenzione, la disponibilità di risorse finanziarie e la capacità tecnica a rendere l’attività disponibile all’uso o alla vendita; (iii) è dimostrabile che l’attività è in grado di produrre benefici economici futuri.
In alternativa, i costi volti all’acquisizione di nuove conoscenze o scoperte, allo studio di prodotti o processi alternativi, di nuove tecniche o modelli, alla progettazione e costruzione di prototipi o, comunque, sostenuti per altre attività di ricerca scientifica o di sviluppo tecnologico che non soddisfano le condizioni per la loro rilevazione all’attivo patrimoniale sono considerati costi correnti e imputati a conto economico nell’esercizio di sostenimento.
Le attività immateriali sono eliminate contabilmente al momento della loro dismissione o quando nessun beneficio economico futuro è atteso dal loro utilizzo o dismissione; il relativo utile o perdita è rilevato a conto economico.
Concessioni di stoccaggio
Il valore delle concessioni di stoccaggio, rappresentato dalle riserve di gas naturale presenti nei giacimenti (cosiddetto “Cushion Gas”), è imputato alla voce “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili” e non è oggetto di ammortamento, in quanto: (i) il volume di tale gas non viene modificato dall’attività di stoccaggio; (ii) il valore economico del gas che può essere recuperato al termine della concessione, ai sensi di quanto disposto dal Decreto Ministeriale 3 novembre 2005 “Criteri per la determinazione di un adeguato corrispettivo per la remunerazione dei beni destinati ad un concessionario per lo stoccaggio di gas naturale” del Ministero delle Attività Produttive (MAP), risulta essere non inferiore al valore iscritto in bilancio.
Ammortamento di attività immateriali
Le attività immateriali aventi vita utile definita sono ammortizzate sistematicamente lungo la loro vita utile, intesa come il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile per l’entità.
Il valore oggetto di ammortamento è rappresentato dal valore di iscrizione, ridotto del presumibile valore netto di realizzo al termine della sua vita utile, se significativo e ragionevolmente determinabile.
Di seguito sono riportate le aliquote di ammortamento annue utilizzate per l’esercizio in esame, presentate per categorie omogenee con evidenza del relativo intervallo di applicazione:
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Aliquota economico tecnica (%) annua |
Altre immobilizzazioni immateriali |
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- Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno |
20-33 |
- Altre attività immateriali |
20 o in funzione della durata del contratto |
L’avviamento e le attività immateriali aventi vita utile indefinita non sono oggetto di ammortamento.
Contributi
I contributi in conto capitale concessi da enti pubblici sono rilevati quando esiste la ragionevole certezza che saranno realizzate le condizioni previste dagli organi governativi concedenti per il loro ottenimento e sono rilevati a riduzione del prezzo di acquisto, di conferimento o del costo di produzione delle attività cui si riferiscono. In analogia, i contributi in conto capitale ricevuti da soggetti privati sono contabilizzati in conformità alle medesime previsioni normative.
I contributi in conto esercizio sono rilevati a conto economico per competenza, coerentemente con il sostenimento dei costi cui sono correlati.
Riduzione di valore delle attività immobilizzate non finanziarie
Riduzione di valore di immobili, impianti e macchinari e attività immateriali a vita utile definita
Quando si verificano eventi che fanno presumere una riduzione del valore degli immobili, impianti e macchinari o delle attività immateriali a vita utile definita, la loro recuperabilità è verificata confrontando il valore di iscrizione con il relativo valore recuperabile, rappresentato dal maggiore tra il fair value, al netto degli oneri di dismissione (si veda il punto “Valutazioni al fair value”), e il valore d’uso.
Il valore d’uso è determinato attualizzando i flussi di cassa attesi derivanti dall’uso del bene e, se significativi e ragionevolmente determinabili, dalla sua cessione al termine della sua vita utile, al netto degli oneri di dismissione. I flussi di cassa attesi sono determinati sulla base di assunzioni ragionevoli e documentabili rappresentative della migliore stima delle future condizioni economiche che si verificheranno nella residua vita utile del bene, dando maggiore rilevanza alle indicazioni provenienti dall’esterno. L’attualizzazione è effettuata a un tasso che riflette le valutazioni correnti di mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività non riflesse nella stima dei flussi di cassa. La valutazione è effettuata per singola attività o per il più piccolo insieme identificabile di attività che, tramite il proprio utilizzo continuativo genera flussi di cassa in entrata largamente indipendenti da quelli di altre attività o gruppi di attività (Cash generating unit – CGU).
Il valore recuperabile degli immobili, impianti e macchinari che rientrano nell’ambito delle attività regolate è determinato considerando: (i) l’ammontare quantificato dall’Autorità sulla base delle regole che definiscono le tariffe per la prestazione dei servizi cui sono destinati; (ii) l’eventuale valore che il gruppo si aspetta di recuperare dalla cessione o al termine della concessione che regolamenta il servizio alla cui prestazione sono destinati. Analogamente a quanto accade per la quantificazione delle tariffe, anche la quantificazione del valore recuperabile degli immobili, impianti e macchinari rientranti nell’ambito delle attività regolate avviene sulla base delle previsioni normative vigenti.
Quando vengono meno i motivi delle svalutazioni effettuate, le attività sono rivalutate e la rettifica è imputata a conto economico come rivalutazione (ripristino di valore). Il ripristino di valore è effettuato al minore tra il valore recuperabile e il valore di iscrizione al lordo delle svalutazioni precedentemente effettuate ridotto delle quote di ammortamento che sarebbero state rilevate qualora non si fosse proceduto alla svalutazione.
Riduzione di valore dell’avviamento, delle attività immateriali a vita utile indefinita e delle attività immateriali non ancora disponibili all’uso
La recuperabilità del valore di iscrizione dell’avviamento, delle attività immateriali a vita utile indefinita e delle attività immateriali non ancora disponibili all’uso è verificata con cadenza almeno annuale e comunque quando si verificano eventi che fanno presupporre una riduzione del valore. Con riferimento al goodwill, la verifica è effettuata a livello del più piccolo aggregato sulla base del quale la Direzione aziendale valuta, direttamente o indirettamente, il ritorno dell’investimento, incluso lo stesso goodwill. Quando il valore di iscrizione della CGU comprensivo del goodwill ad essa attribuito è superiore al valore recuperabile, la differenza costituisce oggetto di svalutazione che viene attribuita in via prioritaria al goodwill fino a concorrenza del suo ammontare; l’eventuale eccedenza della svalutazione rispetto a goodwill è imputata pro – quota al valore di libro degli assets che costituiscono la CGU. Le svalutazioni del goodwill non sono oggetto di ripristino di valore.
Partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto
Le partecipazioni in joint ventures e in imprese collegate sono valutate con il metodo del patrimonio netto.
In applicazione del metodo del patrimonio netto, le partecipazioni sono inizialmente iscritte al costo e successivamente adeguate per tener conto: (i) della quota di pertinenza della partecipante ai risultati economici della partecipata realizzati dopo la data di acquisizione; (ii) della quota di pertinenza della partecipante delle altre componenti dell’utile complessivo della partecipata. I dividendi distribuiti dalla partecipata sono rilevati a riduzione del valore di iscrizione della partecipazione. Ai fini dell’applicazione del metodo del patrimonio netto, si considerano le rettifiche previste per il processo di consolidamento (si veda anche il punto “Principi di consolidamento”).
Nel caso di assunzione di un collegamento (controllo congiunto) in fasi successive, il costo della partecipazione viene misurato come sommatoria dei fair value delle interessenze precedentemente possedute e del fair value dei corrispettivi trasferiti alla data in cui la partecipazione si qualifica come collegata (o a controllo congiunto). L’effetto della rivalutazione del valore di iscrizione delle quote di partecipazione detenute antecedentemente all’assunzione del collegamento (o del controllo congiunto) viene rilevato a conto economico, inclusi eventuali componenti rilevati nelle altre componenti dell’utile complessivo. La cessione di quote di partecipazione che comporta la perdita del controllo congiunto o dell’influenza notevole sulla partecipata determina la rilevazione a conto economico: (i) dell’eventuale plusvalenza/minusvalenza calcolata come differenza tra il corrispettivo ricevuto e la corrispondente frazione del valore di iscrizione ceduta; (ii) dell’effetto dell’allineamento al relativo fair value dell’eventuale partecipazione residua mantenuta; (iii) degli eventuali valori rilevati nelle altre componenti dell’utile complessivo relativi alla partecipata per i quali sia previsto il rigiro a conto economico. Il valore dell’eventuale partecipazione mantenuta, allineato al relativo fair value alla data di perdita del controllo congiunto o dell’influenza notevole, rappresenta il nuovo valore di iscrizione e pertanto il valore di riferimento per la successiva valutazione secondo i criteri di valutazione applicabili.
In presenza di obiettive evidenze di perdita di valore, la recuperabilità del valore di iscrizione è verificata confrontando il valore contabile con il relativo valore recuperabile determinato adottando i criteri indicati al punto “Riduzione di valore delle attività immobilizzate non finanziarie”.
Quando vengono meno i motivi delle svalutazioni effettuate, le partecipazioni sono rivalutate nei limiti delle svalutazioni effettuate con imputazione dell’effetto a conto economico alla voce “Proventi (oneri) su partecipazioni”.
La quota di pertinenza della partecipante di eventuali perdite della partecipata, eccedente il valore di iscrizione della partecipazione, è rilevata in un apposito fondo nella misura in cui la partecipante è impegnata ad adempiere a obbligazioni legali o implicite della partecipata, o comunque, a coprirne le sue perdite.
Rimanenze
Le rimanenze, incluse le scorte d’obbligo, sono iscritte al minore tra il costo di acquisto o di produzione e il valore netto di realizzo, rappresentato dall’ammontare che l’entità prevede di ottenere dalla loro vendita nel normale svolgimento dell’attività.
Il costo delle rimanenze di gas naturale è determinato applicando il metodo del costo medio ponderato.
Si precisa che le transazioni di vendita e riacquisto di gas strategico non realizzano un effettivo trasferimento dei rischi e benefici connessi con la proprietà, pertanto esse non comportano movimentazioni del magazzino.
Strumenti finanziari
Gli strumenti finanziari detenuti da Snam sono inclusi nelle seguenti voci di bilancio:
Disponibilità liquide ed equivalenti
Le disponibilità liquide ed equivalenti includono i valori di cassa, i depositi incassabili a vista nonché le altre attività finanziarie a breve termine con una scadenza non superiore ai tre mesi dall’acquisto, prontamente convertibili in cassa e soggette a un irrilevante rischio di variazione del loro valore.
Le stesse sono iscritte al valore nominale, corrispondente al fair value.
Crediti commerciali e altri crediti e altre attività
I crediti commerciali e altri crediti e le altre attività sono valutati al momento della prima iscrizione al fair value comprensivo dei costi di transazione (a titolo esemplificativo, commissioni, consulenze, etc.). Il valore di iscrizione iniziale è successivamente rettificato per tener conto dei rimborsi in quota capitale, delle eventuali svalutazioni e dell’ammortamento della differenza tra il valore di rimborso e il valore di iscrizione iniziale.
L’ammortamento è effettuato sulla base del tasso di interesse interno effettivo che rappresenta il tasso che rende uguali, al momento della rilevazione iniziale, il valore attuale dei flussi di cassa attesi e il valore di iscrizione iniziale (cosiddetto “Metodo del costo ammortizzato”).
Qualora vi sia un’obiettiva evidenza di perdite di valore, la svalutazione è determinata confrontando il relativo valore di iscrizione con il valore attuale dei flussi di cassa attesi attualizzati al tasso di interesse effettivo definito al momento della rilevazione iniziale, ovvero al momento del suo aggiornamento per riflettere i repricing contrattualmente definiti. L’obiettiva evidenza di perdita di valore è verificata considerando, tra l’altro, rilevanti inadempimenti contrattuali, significative difficoltà finanziarie e rischio di insolvenza della controparte.
I crediti sono esposti al netto degli accantonamenti al fondo svalutazione; il fondo svalutazione costituito in precedenza può essere utilizzato a fronte di una riduzione accertata di valore dell’attività o per esuberanza. Se vengono meno le motivazioni delle precedenti svalutazioni, il valore delle attività viene ripristinato fino a concorrenza del valore che sarebbe derivato dall’applicazione del costo ammortizzato qualora non fosse stata effettuata la svalutazione.
Gli effetti economici della valutazione al costo ammortizzato sono rilevati alla voce “Proventi/(Oneri) finanziari”.
Le attività finanziarie cedute sono eliminate dall’attivo patrimoniale quando i diritti contrattuali connessi all’ottenimento dei flussi di cassa associati allo strumento finanziario sono realizzati, scaduti ovvero trasferiti a terzi.
Passività finanziarie
Le passività finanziarie, inclusive dei debiti finanziari, dei debiti commerciali, degli altri debiti e delle altre passività sono iscritte inizialmente al fair value ridotto di eventuali costi connessi alla transazione; successivamente sono rilevate al costo ammortizzato utilizzando ai fini dell’attualizzazione il tasso di interesse effettivo, così come illustrato al punto precedente “Crediti commerciali e altri crediti e altre attività”.
Le passività finanziarie sono eliminate quando sono estinte, ovvero quando l’obbligazione specificata nel contratto è adempiuta, cancellata o scaduta.
Compensazione di attività e passività finanziarie
Le attività e passività finanziarie sono compensate nello stato patrimoniale quando si ha il diritto legale alla compensazione, correntemente esercitabile, e si ha l’intenzione di regolare il rapporto su base netta (ovvero di realizzare l’attività e contemporaneamente estinguere la passività).
Strumenti finanziari derivati
Gli strumenti finanziari derivati sono attività e passività rilevate al fair value secondo i criteri indicati al successivo punto “Valutazioni al fair value”.
I derivati sono classificati come strumenti di copertura quando la relazione tra il derivato e l’oggetto della copertura è formalmente documentata e l’efficacia della copertura, verificata periodicamente, è elevata.
Quando i derivati di copertura coprono il rischio di variazione del fair value degli strumenti oggetto di copertura (fair value hedge; es. copertura della variabilità del fair value di attività/passività a tasso fisso), i derivati sono rilevati al fair value con imputazione degli effetti a conto economico; coerentemente, gli strumenti oggetto di copertura sono adeguati per riflettere a conto economico le variazioni del fair value associate al rischio coperto, indipendentemente dalla previsione di un diverso criterio di valutazione applicabile generalmente alla tipologia di strumento.
Quando i derivati coprono il rischio di variazione dei flussi di cassa degli strumenti oggetto di copertura (cash flow hedge; es. copertura della variabilità dei flussi di cassa di attività/passività per effetto delle oscillazioni dei tassi di interesse o dei tassi di cambio), le variazioni del fair value dei derivati considerate efficaci sono inizialmente rilevate nella riserva di patrimonio netto afferente le altre componenti dell’utile complessivo e successivamente imputate a conto economico coerentemente agli effetti economici prodotti dall’operazione coperta.
La quota non efficace della copertura è iscritta nella voce di conto economico “(Oneri)/Proventi da strumenti derivati”.
Le variazioni del fair value dei derivati che non soddisfano le condizioni per essere qualificati come di copertura sono rilevate a conto economico. In particolare, le variazioni del fair value dei derivati non di copertura su tassi di interesse e su valute sono rilevate nella voce di conto economico “(Oneri)/Proventi da strumenti derivati”.
I derivati impliciti in strumenti ibridi sono separati dal contratto principale e rilevati separatamente se lo strumento ibrido nel suo complesso non è valutato al fair value con imputazione degli effetti a conto economico e se le caratteristiche e i rischi del derivato non sono strettamente collegati a quelli del contratto principale. La verifica dell’esistenza di derivati impliciti da scorporare e valutare separatamente è effettuata al momento in cui l’impresa entra a far parte del contratto e, successivamente, in presenza di modifiche nelle condizioni del contratto che determinino significative variazioni dei flussi di cassa generati dallo stesso.
Valutazioni al fair value
Il fair value è il corrispettivo che può essere ricevuto per la cessione di un’attività o che può essere pagato per il trasferimento di una passività in una regolare transazione tra operatori di mercato alla data di valutazione (i.e. exit price).
Il fair value di un’attività o passività è determinato adottando le valutazioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nella determinazione del prezzo dell’attività o della passività. La valutazione del fair value suppone, inoltre, che l’attività o la passività sia scambiata nel mercato principale o, in assenza dello stesso, nel più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.
La determinazione del fair value di un’attività non finanziaria è effettuata considerando la capacità degli operatori di mercato di generare benefici economici impiegando tale attività nel suo massimo e migliore utilizzo (cosiddetto “Highest and best use”), o vendendola ad un altro partecipante al mercato in grado di utilizzarla massimizzandone il valore. La determinazione del massimo e migliore utilizzo dell’asset è effettuata dal punto di vista degli operatori di mercato anche nell’ipotesi in cui l’impresa intenda effettuarne un utilizzo differente; si presume che l’utilizzo corrente da parte della società di un’attività non finanziaria sia il massimo e migliore utilizzo della stessa, a meno che il mercato o altri fattori non suggeriscano che un differente utilizzo da parte degli operatori di mercato sia in grado di massimizzarne il valore.
La valutazione del fair value di una passività, sia finanziaria sia non finanziaria, o di uno strumento di capitale, tiene conto del prezzo quotato per il trasferimento di una passività o uno strumento di capitale identici o similari; se tale prezzo quotato non è disponibile, si considera la valutazione della corrispondente attività posseduta da un operatore di mercato alla data della valutazione. Il fair value degli strumenti finanziari è determinato considerando il rischio di credito della controparte di un’attività finanziaria (cosiddetto “Credit Valuation Adjustment” – CVA) e il rischio di inadempimento, da parte dell’entità stessa, con riferimento ad una passività finanziaria (cosiddetto “Debit Valuation Adjustment” – DVA).
Nella determinazione del fair value, è definita una gerarchia di criteri basata sull’origine, la tipologia e la qualità delle informazioni utilizzate nel calcolo. Tale classificazione ha l’obiettivo di stabilire una gerarchia in termini di affidabilità del fair value, dando la precedenza all’utilizzo di parametri osservabili sul mercato che riflettono le assunzioni che i partecipanti al mercato utilizzerebbero nella valutazione dell’attività/passività. La gerarchia del fair value prevede i seguenti livelli:
- livello 1: input rappresentati da prezzi quotati (non modificati) in mercati attivi per attività o passività identiche alle quali si può accedere alla data di valutazione;
- livello 2: input, diversi dai prezzi quotati inclusi nel Livello 1, che sono osservabili, direttamente o indirettamente, per le attività o passività da valutare;
- livello 3: input non osservabili per l’attività o la passività.
In assenza di quotazioni di mercato disponibili, il fair value è determinato utilizzando tecniche di valutazione, adeguate alle singole fattispecie, che massimizzino l’uso di input osservabili rilevanti, riducendo al minimo l’utilizzo di input non osservabili.
Attività non correnti destinate alla vendita e discontinued operations
Le attività non correnti e le attività correnti e non correnti dei gruppi in dismissione sono classificate come destinate alla vendita se il relativo valore di iscrizione sarà recuperato principalmente attraverso la vendita piuttosto che attraverso l’uso continuativo. Questa condizione si considera rispettata quando la vendita è altamente probabile e l’attività o il gruppo in dismissione è disponibile per una vendita immediata nelle sue attuali condizioni. In presenza di un programma di vendita di una controllata che comporta la perdita del controllo, tutte le attività e passività di tale partecipata sono classificate come destinate alla vendita, a prescindere dal fatto che, dopo la cessione, si mantenga o meno una quota di partecipazione. La verifica del rispetto delle condizioni previste per la classificazione di un item come destinato alla vendita comporta che la Direzione Aziendale effettui valutazioni soggettive formulando ipotesi ragionevoli e realistiche sulla base delle informazioni disponibili.
Le attività non correnti destinate alla vendita, le attività correnti e non correnti afferenti a gruppi in dismissione e le passività direttamente associabili sono rilevate nella situazione patrimoniale – finanziaria separatamente dalle altre attività e passività dell’impresa.
Immediatamente prima della classificazione come destinate alla vendita, le attività e le passività rientranti in un gruppo in dismissione sono valutate secondo i principi contabili ad esse applicabili. Successivamente, le attività non correnti destinate alla vendita non sono oggetto di ammortamento e sono valutate al minore tra il valore di iscrizione e il relativo fair value, ridotto degli oneri di vendita (si veda il precedente punto “Valutazioni al fair value”).
La classificazione come destinate alla vendita di partecipazioni valutate secondo il metodo del patrimonio netto implica la sospensione dell’applicazione di tale criterio di valutazione; pertanto, in questa fattispecie il valore di iscrizione è pari al valore derivante dall’applicazione del metodo del patrimonio netto alla data della riclassifica.
L’eventuale differenza negativa tra il valore di iscrizione delle attività non correnti e il fair value ridotto degli oneri di vendita è imputata a conto economico come svalutazione; le eventuali successive riprese di valore sono rilevate sino a concorrenza delle svalutazioni rilevate in precedenza, ivi incluse quelle riconosciute anteriormente alla qualificazione dell’attività come destinata alla vendita.
Le attività non correnti e le attività correnti e non correnti (e le eventuali passività a queste associate) dei gruppi in dismissione, classificate come destinate alla vendita, costituiscono una discontinued operation se, alternativamente: (i) rappresentano un ramo autonomo di attività significativo o un’area geografica di attività significativa; (ii) fanno parte di un programma di dismissione di un significativo ramo autonomo di attività o un’area geografica di attività significativa; o (iii) si riferiscono ad una controllata acquisita esclusivamente al fine della sua vendita. I risultati delle discontinued operations, nonché l’eventuale plusvalenza/minusvalenza realizzata a seguito della dismissione, sono indicati distintamente nel conto economico in un’apposita voce, al netto dei relativi effetti fiscali, anche per gli esercizi posti a confronto.
Fondi per rischi e oneri
I fondi per rischi e oneri riguardano costi e oneri di natura determinata e di esistenza certa o probabile che alla data di chiusura dell’esercizio sono indeterminati nell’ammontare o nella data di sopravvenienza.
Gli accantonamenti ai fondi sono rilevati quando: (i) è probabile l’esistenza di un’obbligazione attuale, legale o implicita, derivante da un evento passato; (ii) è probabile che l’adempimento dell’obbligazione sia oneroso; (iii) l’ammontare dell’obbligazione può essere stimato attendibilmente. Gli accantonamenti sono iscritti al valore rappresentativo della migliore stima dell’ammontare che l’impresa razionalmente pagherebbe per estinguere l’obbligazione ovvero per trasferirla a terzi alla data di chiusura dell’esercizio; gli accantonamenti relativi a contratti onerosi sono iscritti al minore tra il costo necessario per l’adempimento dell’obbligazione, al netto dei benefici economici attesi derivanti dal contratto, e il costo per la risoluzione del contratto.
Quando l’effetto finanziario del tempo è significativo e le date di pagamento delle obbligazioni sono attendibilmente stimabili, l’accantonamento è determinato attualizzando, ad un tasso che riflette le valutazioni presenti sul mercato del valore attuale del denaro, i flussi di cassa attesi determinati tenendo conto dei rischi associati all’obbligazione; l’incremento del fondo connesso al trascorrere del tempo è imputato a conto economico alla voce “Proventi/(Oneri) finanziari”.
Quando la passività è relativa ad elementi di immobili, impianti e macchinari (es. smantellamento e ripristino siti), il fondo è rilevato in contropartita all’attività a cui si riferisce e l’imputazione a conto economico avviene attraverso il processo di ammortamento. I costi che l’impresa prevede di sostenere per attuare programmi di ristrutturazione sono iscritti nell’esercizio in cui viene definito formalmente il programma e si è generata nei soggetti interessati la valida aspettativa che la ristrutturazione avrà luogo.
I fondi sono periodicamente aggiornati per riflettere le variazioni delle stime dei costi, dei tempi di realizzazione e del tasso di attualizzazione; le revisioni di stima dei fondi sono imputate nella medesima voce di conto economico che ha precedentemente accolto l’accantonamento ovvero, quando la passività è relativa ad attività materiali (es. smantellamento e ripristini), in contropartita all’attività a cui si riferiscono nei limiti dei valori di iscrizione; l’eventuale eccedenza è rilevata a conto economico.
Nelle note di commento sono illustrate le passività potenziali rappresentate da: (i) obbligazioni possibili (ma non probabili), derivanti da eventi passati, la cui esistenza sarà confermata solo al verificarsi o meno di uno o più eventi futuri incerti non totalmente sotto il controllo dell’impresa; (ii) obbligazioni attuali derivanti da eventi passati il cui ammontare non può essere stimato attendibilmente o il cui adempimento è probabile che non sia oneroso.
Benefici per i dipendenti
Benefici successivi al rapporto di lavoro
I benefici successivi al rapporto di lavoro sono definiti sulla base di programmi, ancorché non formalizzati, che in funzione delle loro caratteristiche sono distinti in piani “a benefici definiti” e piani “a contributi definiti”.
- Piani a benefici definiti
La passività relativa ai piani a benefici definiti, è determinata stimando il valore attuale dei benefici futuri che i dipendenti hanno maturato nell’esercizio corrente e nei precedenti e deducendo il fair value delle eventuali attività a servizio del piano. Il valore attuale delle obbligazioni è determinato sulla base di ipotesi attuariali ed è rilevato per competenza, coerentemente al periodo lavorativo necessario all’ottenimento dei benefici.
Gli utili e le perdite attuariali relativi a programmi a benefici definiti, derivanti da variazioni delle ipotesi attuariali utilizzate o da rettifiche basate sull’esperienza passata, sono rilevati nel prospetto dell’utile complessivo nell’esercizio in cui si verificano e non sono oggetto di successiva imputazione a conto economico. Quando si verifica una modifica, una riduzione o un’estinzione di un piano, i relativi effetti sono rilevati a conto economico.
Gli oneri finanziari netti rappresentano la variazione che la passività netta subisce nel corso dell’esercizio per effetto del trascorrere del tempo. L’interesse netto (net interest) è determinato applicando alle passività, al netto delle eventuali attività al servizio del piano, il tasso di sconto utilizzato per l’attualizzazione utilizzato per le passività. Gli oneri finanziari netti di piani a benefici definiti sono rilevati alla voce “Oneri (Proventi) finanziari”. - Piani a contributi definiti
Nei piani a contributi definiti, l’obbligazione dell’impresa, limitata al versamento dei contributi allo Stato ovvero a un patrimonio o a un’entità giuridicamente distinta (cosiddetta “Fondo”), è determinata sulla base dei contributi dovuti.
I costi relativi ai piani a contribuzione definita sono rilevati a conto economico al momento del loro sostenimento.
Altri piani a lungo termine
Le obbligazioni relative ad altri benefici a lungo termine sono determinate adottando ipotesi attuariali; gli effetti derivanti dalle modifiche delle ipotesi attuariali ovvero da rettifiche basate sull’esperienza passata sono rilevati interamente a conto economico.
Azioni proprie
Le azioni proprie sono rilevate al costo e iscritte a riduzione del patrimonio netto. Gli effetti economici derivanti dalle eventuali vendite successive sono rilevati nel patrimonio netto.
Distribuzione di dividendi
La distribuzione di dividendi agli azionisti della Società determina l’iscrizione di un debito nel bilancio del periodo nel quale la distribuzione è stata approvata dagli azionisti della società ovvero, nel caso di distribuzione di acconti sui dividendi, dal Consiglio di Amministrazione.
Operazioni in valuta estera
I criteri adottati da Snam per la conversione delle operazioni in valuta diversa da quella funzionale (euro) sono di seguito riepilogati:
- i ricavi e i costi relativi ad operazioni in moneta diversa da quella funzionale sono iscritti al cambio corrente del giorno in cui l’operazione è compiuta;
- le attività e passività monetarie in moneta diversa da quella funzionale sono convertite in euro applicando il cambio corrente alla data di chiusura dell’esercizio con imputazione dell’effetto a conto economico;
- le attività e passività non monetarie in moneta diversa da quella funzionale valutate al costo sono iscritte al cambio di rilevazione iniziale; quando la valutazione è effettuata al fair value, ovvero al valore recuperabile o di realizzo, è adottato il cambio corrente alla data di determinazione del valore.
Ricavi
I ricavi delle vendite e delle prestazioni di servizi sono rilevati quando si verifica l’effettivo trasferimento dei rischi e dei vantaggi rilevanti tipici della proprietà o al compimento della prestazione ed è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione siano fruiti dal venditore o dal prestatore del servizio.
I ricavi sono rilevati per l’ammontare pari al fair value del corrispettivo ricevuto o da ricevere.
Relativamente alle attività svolte dal Gruppo Snam il momento di riconoscimento dei ricavi coincide con la prestazione del servizio. Si precisa che la parte più rilevante dei ricavi della gestione caratteristica è relativa ad attività regolate, i cui proventi risultano disciplinati dal quadro normativo definito dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico. Pertanto, le condizioni economiche dei servizi prestati sono definite tramite schemi regolatori e non su base negoziale. In riferimento al settore di attività Trasporto7, il differenziale tra i ricavi riconosciuti dal regolatore (cosiddetto “Revenue cap”) e i ricavi effettivamente maturati viene iscritto con contropartita nelle voci di Situazione patrimoniale – finanziaria “Altre attività”, se positivo, e “Altre passività”, se negativo. Tale differenziale sarà oggetto di reversal nel conto economico negli esercizi successivi sotto forma di variazioni tariffarie. All’interno dei settori Rigassificazione e Stoccaggio, invece, l’eventuale differenziale tra i ricavi riconosciuti dal regolatore ed i ricavi maturati viene iscritto, se positivo, nella voce di Situazione patrimoniale – finanziaria “Crediti commerciali e altri crediti” e nella voce “Debiti commerciali e altri debiti”, se negativo, in quanto lo stesso sarà oggetto di regolamento monetario con la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA).
Gli stanziamenti di ricavi relativi a servizi parzialmente resi sono rilevati per il corrispettivo maturato, sempreché sia possibile determinarne attendibilmente lo stadio di completamento e non sussistano significative incertezze sull’ammontare e sull’esistenza del ricavo e dei relativi costi; diversamente sono rilevati nei limiti dei costi sostenuti recuperabili.
Gli elementi di immobili, impianti e macchinari, differenti da quelli utilizzati nell’ambito dei servizi in concessione, trasferiti dai clienti (o realizzati con le disponibilità trasferite dai clienti) e funzionali al loro collegamento ad una rete per la somministrazione di una fornitura sono rilevati al relativo fair value in contropartita ai ricavi di conto economico. Quando l’accordo prevede la prestazione di una pluralità di servizi (es. allacciamento e fornitura di beni) è verificato a fronte di quale servizio fornito è stata trasferita l’attività dal cliente e, coerentemente, la rilevazione del ricavo è operata all’atto dell’allacciamento ovvero lungo la minore tra la durata della fornitura e la vita utile dell’asset.
I ricavi sono iscritti al netto di resi, sconti, abbuoni e premi, nonché delle imposte direttamente connesse.
I ricavi sono esposti al netto delle voci relative a componenti tariffarie addizionali rispetto alla tariffa, destinate alla copertura degli oneri di carattere generale del sistema gas. Gli importi riscossi da Snam, sono versati, per pari ammontare, alla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali. Tale esposizione viene dettagliata nella componente lorda e netta all’interno delle Note al bilancio consolidato (si veda la nota n. 24 “Ricavi”).
Le permute tra beni o servizi di natura e valore simile, in quanto non rappresentative di operazioni di vendita, non determinano la rilevazione di ricavi e costi.
Dividendi percepiti
I dividendi sono rilevati alla data di assunzione della delibera da parte dell’Assemblea, salvo quando non sia ragionevolmente certa la cessione delle azioni prima dello stacco della cedola.
Costi
I costi sono riconosciuti nell’esercizio quando relativi a beni e servizi venduti o consumati nell’esercizio medesimo ovvero quando non si possa identificare l’utilità futura degli stessi.
I costi relativi alle quote di emissione, determinati sulla base dei prezzi di mercato, sono rilevati limitatamente alla quota di emissioni di anidride carbonica eccedenti le quote assegnate. I proventi relativi alle quote di emissione sono rilevati all’atto del realizzo attraverso la cessione.
I crediti monetari attribuiti in sostituzione dell’assegnazione gratuita di quote di emissione sono rilevati in contropartita alla voce “Altri ricavi e proventi” del Conto economico.
I canoni relativi a leasing operativi sono imputati a conto economico lungo la durata del contratto.
I costi sostenuti in occasione di aumenti del capitale sociale sono iscritti a riduzione del patrimonio netto, al netto del relativo effetto fiscale.
Imposte sul reddito
Le imposte sul reddito correnti sono calcolate sulla base della stima del reddito imponibile. I debiti e i crediti tributari per imposte sul reddito correnti sono rilevati al valore che si prevede di pagare/recuperare alle/dalle Autorità fiscali applicando le aliquote e le normative fiscali vigenti o sostanzialmente approvate alla data di chiusura dell’esercizio.
Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle società (IRES)8, Snam ha esercitato l’opzione per il regime del Consolidato fiscale nazionale, a cui tutte le imprese consolidate hanno formalmente aderito. Il debito previsto è rilevato nella voce “Passività per imposte sul reddito correnti”.
Il regolamento di partecipazione al regime di tassazione del Consolidato fiscale nazionale per le società di Snam prevede che:
- le società controllate con imponibile positivo corrispondano a Snam l’imposta dovuta. Il reddito imponibile della società controllata, con riferimento al quale è determinata tale imposta, è rettificato per tener conto del recupero di componenti negativi che sarebbero risultati indeducibili in assenza del Consolidato (es. interessi passivi), del cosiddetto “Effetto ACE” e dell’eventuale reddito imponibile negativo riferibile alle partecipazioni della società controllata stessa in società consolidate;
- le società controllate con imponibile negativo, se e nella misura in cui hanno prospettive di redditività che avrebbero consentito, in assenza del Consolidato fiscale nazionale, di rilevare imposte differite attive connesse all’imponibile negativo stesso sul bilancio di esercizio, ricevano dai propri Soci – nel caso in cui questi rientrino fra le società con imponibile positivo, o fra quelle con imponibile negativo ma con prospettive di redditività, o da Snam negli altri casi – una compensazione corrispondente al minore fra il risparmio d’imposta realizzato dal gruppo e le predette imposte differite attive.
L’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) è rilevata alla voce “Passività per imposte sul reddito correnti”/”Attività per imposte sul reddito correnti”.
Le imposte sul reddito differite e anticipate sono calcolate sulle differenze temporanee tra i valori delle attività e passività iscritte a bilancio e i corrispondenti valori riconosciuti ai fini fiscali sulla base delle aliquote e della normativa approvate o sostanzialmente tali per gli esercizi futuri. L’iscrizione di attività per imposte anticipate è effettuata quando il loro recupero è considerato probabile; in particolare la recuperabilità delle imposte anticipate è considerata probabile quando si prevede la disponibilità di un reddito imponibile, nell’esercizio in cui si annullerà la differenza temporanea, tale da consentire di attivare la deduzione fiscale. Analogamente, nei limiti della loro recuperabilità sono rilevati i crediti di imposta non utilizzati e le imposte anticipate sulle perdite fiscali.
Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono classificate tra le attività e le passività non correnti e sono compensate a livello di singola impresa se riferite a imposte compensabili. Il saldo della compensazione, se attivo, è iscritto alla voce “Attività per imposte anticipate”; se passivo, alla voce “Passività per imposte differite”. Quando i risultati delle operazioni sono rilevati direttamente a patrimonio netto, le imposte correnti, anticipate e differite sono anch’esse imputate al patrimonio netto.
Le attività per imposte sul reddito caratterizzate da elementi di incertezza sono rilevate quando il loro ottenimento è ritenuto probabile.
Informativa per settore operativo
L’informativa relativa ai settori di attività è stata predisposta secondo le disposizioni dell’IFRS 8 – “Settori operativi”, pertanto, l’identificazione dei settori operativi e l’informativa presentata sono definite sulla base della reportistica interna utilizzata dalla Direzione Aziendale ai fini dell’allocazione delle risorse ai diversi segmenti e per l’analisi delle relative performance.
Un settore operativo è definito dall’IFRS 8 come una componente di un’entità che: (i) intraprende attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi (compresi i ricavi e i costi riguardanti operazioni con altre componenti della medesima entità); (ii) i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale operativo dell’entità ai fini dell’adozione di decisioni in merito alle risorse da allocare al settore e della valutazione dei risultati; (iii) per la quale sono disponibili informazioni di bilancio separate.
In dettaglio, i settori di attività oggetto di informativa sono: (i) il trasporto di gas naturale (nel seguito “settore Trasporto”); (ii) la rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (nel seguito “settore Rigassificazione”); (iii) lo stoccaggio di gas naturale (nel seguito “settore Stoccaggio”) e sono riconducibili alle attività svolte in via prevalente rispettivamente da Snam Rete Gas, GNL Italia e Stogit.
Con riferimento al settore distribuzione di gas naturale rileva la circostanza che in data 7 novembre 2016 ha avuto efficacia l’operazione di separazione da Snam delle attività di distribuzione di gas naturale, svolte sino a tale date da Italgas Reti S.p.A. (in precedenza Italgas) e dalle società da questa controllate, che ha comportato il trasferimento dell’intera partecipazione di Snam S.p.A. (100%) in Italgas Reti S.p.A. a favore di Italgas S.p.A. (in precedenza ITG Holding S.p.A.). Ai fini del bilancio consolidato Snam 2016, il settore distribuzione non è più rappresentato come settore operativo.
7 Per quanto riguarda la quota capacity dei ricavi, le penali per supero di capacità impegnata ed i corrispettivi di sbilanciamento.
8 In data 7 novembre 2016, per effetto dell’operazione di separazione di Italgas Reti S.p.A. (precedentemente Italgas S.p.A.) da Snam S.p.A, è venuto meno il requisito del controllo per poter far parte al regime del Consolidato Fiscale Nazionale del Gruppo Snam per le società Italgas