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Biodiversità

In termini di sostenibilità ambientale, Snam considera particolarmente importante la salvaguardia del valore naturale dei territori interessati dalle nuove opere, che inizia attraverso le indagini specialistiche di campo per acquisire una conoscenza quanto più completa del territorio attraversato. I risultati di queste indagini contribuiscono a definire e a mettere in atto le scelte progettuali più opportune per ridurre al minimo gli impatti sulla biodiversità, generati in particolare nella fase di realizzazione e alla quale fanno seguito i ripristini ambientali e il loro monitoraggio, svolto in accordo e in collaborazione con gli enti preposti.

L’obiettivo dei ripristini della vegetazione, in particolare dei rimboschimenti, non è la sola ricostituzione delle aree boschive, ma è la generale ricomposizione del paesaggio e la ripresa della funzionalità biologica delle aree vegetate, intese soprattutto nel loro ruolo di habitat faunistico con specifiche caratteristiche di biodiversità. Ai ripristini e rimboschimenti fa seguito l’esecuzione delle “cure colturali”, ovvero la cura e la manutenzione, per un periodo di almeno cinque anni, delle piantine messe a dimora. In particolare nel 2015 sono stati eseguiti 11 km di nuovi rimboschimenti per un’area di circa 143.700 mq.

I progetti di monitoraggio riguardano i tracciati di alcuni metanodotti che interferiscono, anche solo marginalmente, con gli ambiti territoriali naturali di valore faunistico ed ecologico e sono finalizzati alla verifica del processo di rinaturalizzazione delle aree interessate dai lavori, sulla base del confronto tra le condizioni dopo i ripristini (“post-operam”) e le condizioni originarie (“ante-operam”). I monitoraggi sono normalmente eseguiti per gli habitat più significativi individuati nella fase progettuale.

Percorrenza metanodotti in siti Rete Natura 2000 (km)

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Siti Natura 2000 interessati nel 2015 dalla percorrenza dei metanodotti GRI – G4: EN11

Zone Protezione Speciale/Sito di interesse Comunitario

km

Punta Baffe, Moneglia, Val Petronio

0,306

Baraccone (confluenza Po – Dora Baltea)

1,029

Boschi del Ticino

3,750

Fiume Po tratto vercellese Alessandrino

0,505

Biotopi e ripristini ambientali di Bentivoglio S. Pietro in Casale, Malalbergo e Baricella

1,715

Fiume Metauro da Pian di Zucca alla Foce

1,955

Fiumara La Verde

0,600

Lago del Pertusillo

1,150

Totale

11,01

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Monitoraggi e ripristini ambientali (km di rete)

 

2013

2014

2015

Ripristini

131

78

240

Nuovi rimboschimenti

22

16

11

Cure colturali

135

124

140

Monitoraggi ambientali

1.063

1.055

1.009

Principali monitoraggi e ripristini ambientali eseguiti nell’anno

Ente di riferimento

Denominazione

Attività svolte

Regione Sicilia

Metanodotto
“Bronte – Montalbano”

È proseguita la collaborazione con l’azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana per la messa in produzione di piantine forestali autoctone destinate ai rimboschimenti lungo il tracciato del metanodotto posato all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi. Nel 2015 sono state eseguite le ultime cure colturali e le sostituzioni delle ultime piantine non attecchite.

Regione Lombardia Regione Veneto

Metanodotto
“Zimella – Cervignano”

Nel corso del 2015 sono stati eseguiti i ripristini di linea lungo il metanodotto Zimella – Cervignano, un’importante gasdotto di lunghezza pari a 172 km (tubazione interrata di 1.400 mm di diametro), che percorre le aree agricole di pianura tra Veneto e Lombardia. In questo caso i ripristini ambientali hanno riguardato principalmente la restituzione delle porzioni di terreni, interessati dal lavori di posa del metanodotto, al loro uso agricolo originario, ripristinandone la morfologia e la fertilità.

Completato il monitoraggio ambientale del metanodotto Bronte-Montalbano

Nel corso del 2015 si è svolto il quinto e ultimo anno di Monitoraggio Ambientale relativo al metanodotto Bronte – Montalbano. Il metanodotto ha una lunghezza complessiva di 23 km, di cui circa 15 km posti all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi e attraversa zone naturali caratterizzate da formazioni erbacee quali i pascoli naturali e seminaturali, da formazioni arbustive e da zone boscose. In particolare il monitoraggio è stato interessato un breve tratto di faggeta, posta nella porzione più pregiata del territorio del Parco e corrispondente al tratto di maggior altitudine percorsa dal metanodotto, in Località Prete Bianche. Le altre formazioni forestali attraversate sono state i boschi e i rimboschimenti misti di latifoglie e conifere.

Il metanodotto è stato realizzato nel periodo 2009-2010. Nel 2011 sono stati eseguiti i ripristini vegetazionali avvalendosi della fornitura di piantine forestali autoctone da parte dei vivai dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, in particolare allevate presso il Vivaio del Flascio posto nei pressi del tracciato del metanodotto. Dal 2011 al 2015 sono state eseguite le cure colturali ai rimboschimenti impiegando, per la sostituzione delle piantine non attecchite, materiale vivaistico autoctono regionale.

Contemporaneamente, sempre dal 2011 al 2015, sono stati eseguiti i periodici rilievi specialistici relativi al Monitoraggio ambientale per la verifica evolutiva dei neoecosistemi derivanti dagli interventi di rivegetazione lungo il tracciato del metanodotto.

Il monitoraggio ambientale è stato finalizzato a verificare la dinamica evolutiva degli ecosistemi durante i cinque anni successivi all’esecuzione dei ripristini vegetazionali, mantenendo il confronto con le condizioni Ante operam, e a caratterizzare i fattori di biodiversità vegetale e faunistica. Le componenti ambientali monitorate sono state: vegetazione, suolo, fauna.

Il monitoraggio di vegetazione e suoli è stato effettuato in corrispondenza di sei punti di campionamento (aree test) posizionate lungo il tracciato e rappresentativi dei principali ambienti naturali attraversati: pascoli, arbusteti, boschi di latifoglie e conifere, faggete, praterie umide.