Le imprese alla prova dell’innovazione sociale
“Senza un preciso scopo, nessuna società, sia essa pubblica o privata, può realizzare appieno le proprie potenzialità, perché alla fine perderà l’appoggio dei suoi principali stakeholder. Soccomberà alle pressioni immediate per la distribuzione degli utili, sacrificando nel processo gli investimenti in formazione dei dipendenti, innovazione e capitale fisso necessari per la crescita a lungo termine. […] Le società devono porsi alcune domande: qual è il nostro ruolo nella comunità? Come gestiamo il nostro impatto sull’ambiente? Ci impegniamo abbastanza per promuovere la diversità tra i nostri collaboratori? Ci stiamo adattando al cambiamento tecnologico […]”.
Questo è un estratto della lettera che BlackRock, colosso internazionale della gestione del risparmio, ha recentemente inviato ai CEOs delle aziende partecipate: parole che pongono le imprese di fronte a nuove responsabilità, spingendole in modo inequivocabile a guardare al proprio contesto di riferimento in modo diverso e a fare di più per il bene comune della collettività.
Sempre più aziende si rivolgono a start-up e imprese sociali per iniziative di innovazione. La percentuale delle start-up che si occupano di temi sociali sta aumentando: ad oggi nel mondo se ne conta circa il 3-4%, ma in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, si arriva fino al 10%.
Fonte:Global enterpreneurship monitor
Un’impresa che si trasforma quindi anche in un attore sociale, il cui ruolo va oltre la funzione di produzione di beni e di erogazione di servizi. In questo senso l’apertura dell’impresa all’ecosistema in cui opera diventa una chiave fondamentale, rafforzando nuove relazioni, collaborazioni, partnership in grado di rispondere in maniera efficace e convincente ai bisogni, latenti, emergenti o diffusi della collettività. Questa relazione da un lato consente alle imprese di comprendere gli ambiti e le misure più rilevanti per rafforzare il loro livello di sostenibilità; dall’altro, consente di valorizzare l’ingegnosità collettiva che circola dentro e fuori l’azienda.
Alla luce di quanto detto, è possibile dare un volto all’impresa che si propone come innovatore sociale?
Un numero crescente di innovazioni sociali viene da chi sente più forte la spinta a cercare una strada alternativa per poter costruire il proprio futuro in una società più giusta e un ambiente più sano. Molte organizzazioni stanno iniziando a innovare attraverso lo scambio aperto di competenze con l’ambito di riferimento, aprendosi verso l’esterno e sviluppando relazioni e dialogo con diverse tipologie di stakeholder coinvolgendoli in processi di “Innovazione Aperta”. Se fino ad oggi l’impresa ha sviluppato le nuove idee al proprio interno, domani sarà l’innovazione prodotta all’esterno a cercare le imprese che ne possano far esplodere il potenziale, dando così vita a nuove forme di partecipazione in grado di includere le istanze derivanti dalle comunità e dai territori.
IL RUOLO DELLE FONDAZIONI D’IMPRESA
Intercettare le idee più promettenti, mobilitare risorse finanziarie e umane e costruire relazioni per aumentare la capacità progettuale e realizzativa troppo spesso limitata dalle logiche di funzionamento dell’azienda: questo è il compito affidato alle Fondazioni d’impresa, uno strumento che può giocare un ruolo importante a sostegno dell’innovazione sociale. Le Fondazioni d’impresa si muovono in vari contesti cercando di dare una risposta efficace e diversificata a secondo della propria mission. Se alla fine degli anni novanta, in occasione del primo censimento delle fondazioni italiane1, era assente, o quasi, l’idea di fondazione aziendale in Italia se non per pochissime eccezioni2, oggi la fondazione di impresa sta assumendo un’importanza crescente. Tra le macro-finalità che spingono una realtà aziendale a creare una fondazione vi sono quelle etiche, per perseguire scopi filantropici, personali, legate a personaggi chiave all’interno dell’azienda, e quelle strategiche, in grado di creare un vantaggio competitivo per l’impresa stessa.
Anche Snam nel 2017 ha costituito la propria Fondazione d’impresa, nata per mettere a disposizione le competenze e le capacità realizzative che nel corso della storia della Società hanno contribuito all’innovazione, al progresso e alla crescita sociale del Paese. Fondazione Snam si propone di favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico in aree prioritarie di interesse pubblico, attraverso lo sviluppo, la promozione e la diffusione di pratiche innovative, efficaci e solidali. In particolare, in coerenza con la presenza di Snam sul territorio, la Fondazione persegue e promuove la riqualificazione delle aree più vulnerabili, anche attraverso la protezione e la cura del patrimonio paesaggistico e dell’ambiente, nonché il sostegno e lo sviluppo delle attività culturali in ogni loro espressione.
Tra il 2011 e il 2014 le Fondazioni d’impresa hanno destinato circa 45 milioni di euro per garantire il sostegno a progetti focalizzati sul supporto ai giovani italiani in cerca di lavoro, facendo spesso rete tra loro per perseguire obiettivi comuni.
Fonte: “Fondazioni di impresa per i giovani: come far crescere il vivaio”, 2015.
Fondazione promuove perciò ampie partnership con tutti gli attori delle diverse comunità e dei territori in cui opera privilegiando nei suoi interventi accordi con le imprese sociali enti privati, che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale.
Le imprese sociali, impegnate in un’attività economica di utilità sociale, sono infatti soggetti capaci di assicurare efficacia e sostenibilità, e il loro coinvolgimento nei progetti di Fondazione Snam può assicurare la continuità dei risultati e la possibilità di attuare programmi di ampio respiro. Le iniziative di Fondazione Snam hanno pertanto le seguenti caratteristiche: allineamento con la strategia di Snam, focus su aree in cui opera la Società e su soggetti vulnerabili, innovazione, partnership e generazione di nuova impresa.
L’impegno per la crescita dei territori e delle comunità
Per favorire l’incontro tra il mondo del sociale e Snam, la Fondazione ha lanciato l’iniziativa “Tesori – Terre Solidali in Reti Inclusive”. In continuità con il progetto Un orto nella rete di Snam, con l’iniziativa vengono messi a disposizione delle comunità locali alcuni terreni adiacenti agli impianti Snam, in un’ottica di valorizzazione degli asset societari, delle esperienze e competenze locali e di rafforzamento dei rapporti col territorio.
In questo contesto Fondazione Snam e Confagricoltura hanno firmato, a inizio dicembre 2017, un protocollo di collaborazione per la promozione, lo sviluppo e la realizzazione di progetti di agricoltura sociale. L’intesa nasce dalla comune volontà di favorire la diffusione di pratiche innovative e solidali in ambito agricolo, in aree vulnerabili o di interesse pubblico, nel rispetto e valorizzazione del territorio e dell’ambiente.
Più di 155 progetti da tutta Italia con idee innovative per rispondere alle più varie esigenze sociali.
Quattro vincitori che hanno realizzato progetti su:
- Intelligenza artificiale
- Commercio di prodotti locali e biologici
- Viaggi senza barriere
- Strumenti per orientarsi nel mondo delle no-profit
L’accordo prevede l’organizzazione di uno o più concorsi rivolti a operatori sociali, principalmente del settore agricolo, volti a premiare i progetti che sapranno coniugare gli aspetti dell’inclusione, dell’impatto sociale sulle comunità locali e della sostenibilità, con l’innovazione e la sperimentazione. In tal modo i terreni di Snam messi a disposizione diventeranno piattaforme per favorire l’innovazione e la diffusione dei principi di economia circolare, della riutilizzazione e valorizzazione degli scarti, della ricerca di modelli di produzione e di consumo sempre più efficienti e rispettosi dell’ambiente.
I terreni verranno assegnati ai vincitori del concorso in comodato d’uso gratuito, per un periodo di 10 anni.
Fondazione Snam finanzierà inoltre la partecipazione al Master on-line in Agricoltura Sociale, organizzato dall’Università di Tor Vergata, per i rappresentanti dei progetti vincitori.
Nel 2017 Fondazione Snam, insieme ad altre importanti Fondazioni italiane, ha promosso “Welfare che impresa!”, il contest che vuole favorire l’emersione di idee progettuali di giovani under 35 su tematiche di welfare per le comunità, capaci di favorire la coesione sociale, lo sviluppo e il fare rete.
Attraverso questa iniziativa Fondazione Snam intende stimolare l’imprenditorialità di start-up che si impegnano per trovare soluzioni innovative e sostenibili alle sfide complesse della società, e proporsi come innovatore sociale e catalizzatore di idee e progetti rivolti alle persone e ai territori.
Dei 155 progetti presentati in questa seconda edizione di “Welfare che impresa!”, dato che evidenzia la crescita di interesse verso nuovi servizi capaci di contribuire a migliorare il tessuto sociale del Paese, i 14 progetti finalisti hanno partecipato a un workshop formativo di due giornate, promosso dalle fondazioni, durante il quale i partecipanti hanno potuto acquisire utili competenze e informazioni per accrescere le proprie capacità progettuali.
Tra le quattro idee progettuali vincitrici, Fondazione Snam ha premiato “Tripmetoo”, una start-up di Salerno che opera nel settore turistico. Si tratta di una piattaforma di prenotazione web che permette al viaggiatore di personalizzare la propria esperienza di viaggio in base alle diverse esigenze e agli operatori del settore di valorizzare l’offerta, inserendola nel network Tripmetoo. La giuria ha deciso, inoltre, di assegnare un premio speciale al progetto “AGRIshelter”: una casa temporanea per situazioni di emergenza costruita con le risorse locali e con materiali naturali, la cui tecnologia costruttiva e innovativa garantisce sostenibilità ambientale, economica e sociale.
L’adesione di Fondazione Snam a “Welfare, che impresa!” ha rappresentato un passo importante verso l’affermazione di un’impresa sempre più a contatto con il territorio, in grado di essere motore di sviluppo per le comunità e il Paese e di favorire la crescita e la cultura imprenditoriale nell’affrontare le sfide sociali.
L’“innovazione aperta” segue percorsi trasversali per dare valore all’intelligenza collettiva presente dentro e fuori l’azienda. Questo sta influenzando le realtà aziendali, dove i momenti di relazione, di scambio e di condivisione tra chi lavora quotidianamente nell’organizzazione sono sempre più ricercati. Per questo, le aziende propongono sempre maggiori occasioni di incontro, ma anche spazi di lavoro sempre più “aperti” e informali.
Innovazione, persone e cultura aziendale
Nei processi di trasformazione che le imprese stanno attuando per prepararsi alle sfide future, i dipendenti sono sempre più chiamati ad avere un ruolo attivo nella promozione del cambiamento.
Un percorso intrapreso anche da Snam nel corso dell’anno che con il claim “Il futuro è nelle nostre mani” ha chiamato i dipendenti a proporre delle nuove idee su alcuni temi chiave per l’evoluzione manageriale di Snam.
In particolare:
- Il ruolo di Snam nella transizione energetica
- Employer Branding & Attraction
- Valori Aziendali
- Leadership e carriere
- Nuovi modi di lavorare
L’ambizioso progetto All Lean si pone inoltre l’obiettivo di minimizzare tutti gli sprechi per liberare del tempo da dedicare ad attività ad alto valore aggiunto. Punto chiave del processo di cambiamento è stato il coinvolgimento attivo di tutte le persone all’interno dell’azienda, chiamate a proporre idee e identificare gli aspetti di inefficienza, esprimendo liberamente le proprie opinioni e personalizzando il proprio ambiente di lavoro.
Dall’interazione con le persone ne è uscito un approccio estremamente innovativo, capace di rompere gli schemi esistenti e immaginare una realtà aziendale a portata di tutti. Tra le iniziative implementate nell’ambito del programma All Lean: il passaggio da 175 procedure a 30 semplici regole, il dimezzamento dei tempi di selezione dei candidati ideali e la riduzione del 75% del tempo di accreditamento per un fornitore del settore privatistico.
Gli obiettivi del programma LEAN
Identificare gli sprechi presenti in azienda
Rendere più efficaci i processi
Coinvolgere le persone
Creare un ambiente più collaborativo
Promuovere la cultura del miglioramento continuo
1 Censimento ad opera della Fondazione Agnelli
2 Fondazione Olivetti e la Fondazione Agnelli a titolo di esempio