Soddisfare i bisogni di una società in evoluzione

L’impatto di una pratica innovativa è tanto più elevato quanto più inclusivo è il processo di coinvolgimento degli stakeholder che ne beneficiano.

Sono in molti a credere che l’innovazione sociale possa essere la risposta più efficace ai bisogni emergenti e alle pressioni urgenti che stanno caratterizzando la società di questo inizio di secolo. Una visione sostenuta da numerosi esempi di pratiche che stanno iniziando a permeare il mondo che ci circonda, in contesti anche molto diversi tra di loro, creando un impatto positivo sulla vita delle persone. Tra questi esempi, social housing e coworking, cioè le nuove forme dell’abitare e i luoghi di lavoro dove si condividono gli spazi e servizi. Nella città si sono ormai affermati i servizi di mobilità sostenibile e condivisa, car e bike sharing, che coniugano il risparmio economico con i benefici ambientali. Anche un settore apparentemente più conservatore come la finanza non è immune da forme di innovazione sociale: le piattaforme di social lending raccolgono le risorse finanziarie per sostenere idee e progetti che rimarrebbero altrimenti escluse dai tradizionali circuiti di finanziamento. Che cosa accomuna queste pratiche e quali sono quindi i tratti distintivi dell’innovazione sociale?

Oggi assistiamo ad alcuni evidenti cambiamenti sociali e demografici quali: crescenti diseguaglianze sociali ed economiche, esclusione sociale, stili di vita sempre più frenetici e poco sani, invecchiamento della popolazione, dispersione scolastica, accesso limitato all’educazione e alla formazione per giovani e lavoratori.

Lo scopo dell’innovazione sociale è soddisfare un bisogno diffuso, quindi generare il maggior impatto possibile. Le soluzioni prodotte attraverso l’innovazione sociale sono inoltre economicamente sostenibili, non forme evolute di assistenzialismo, e soprattutto sono il frutto della collaborazione e del coinvolgimento di diversi attori della società. In sintesi il loro fine ultimo è creare valore sociale e valore economico per chi le promuove.

L’innovazione sociale è una grande opportunità per dare risposte concrete e pragmatiche ai problemi, sviluppando nuovi prodotti e servizi che nascono anche grazie a nuove forme di relazioni e collaborazioni. La messa in rete di idee, conoscenze e risorse permea infatti tutti gli aspetti dell’innovazione sociale, dalla progettazione fino alle modalità di finanziamento.

Bastano queste poche considerazioni per comprendere la carica innovativa di questa nuova prospettiva, che si propone di affrontare con uno sguardo diverso i cambiamenti all’orizzonte, in contesti e con bisogni sempre più rilevanti e diffusi. Non c’è da stupirsi, dunque, se l’innovazione sociale stia diventando la base su cui costruire l’infrastruttura della società del futuro.

Una fotografia sui progetti di innovazione sociale in Italia

Ambiti di implementazione

Ambiti di implementazione (Grafico a torta)

Per avere un quadro dell’innovazione sociale in Italia, è utile guardare il rapporto “L’innovazione delle imprese leader per creare valore sociale” dell’International Center for Research on Social Innovation (CeRIIS), che ha condotto uno studio su un campione di 578 progetti di Innovazione Sociale nel Paese. Un censimento che ha cercato casi ed esperienze di diversa natura che sono stati in grado di rispondere a bisogni di natura sociale e/o ambientale in modo innovativo. Sono numerosi i risultati messi in luce da questo studio.

I progetti di innovazione si caratterizzano per la varietà degli ambiti di implementazione, a ulteriore dimostrazione di quanto queste iniziative rispondono ai bisogni del territorio di riferimento. Integrazione sociale, assistenza sociale, formazione e miglioramento ambientale rappresentano gli ambiti in cui si concentra circa la metà dei progetti in atto.

Tipologia di innovazione

Tipologia di innovazione (Grafico a torta)

Un aspetto emerso dal ragionamento precedente, e ulteriormente avvalorato dai risultati di questo censimento è la tipologia di innovazione. Solo in un progetto su cinque, infatti, l’innovazione è solamente tecnologica, ma è l’innovazione relazionale ad avere un ruolo preponderante. Dato ancor più interessante è il fatto che quasi il 40% delle innovazioni in questo ambito è portato avanti proprio dal settore profit. Si conferma, dunque, l’evoluzione del rapporto tra impresa e stakeholder, sia interni che esterni, che più di tutti spingono verso comportamenti socialmente responsabili.

Un altro aspetto interessante riguarda il modus operandi, il come le realtà portano innovazione sociale. È sempre il rapporto CeRIIS a rispondere: più della metà dei progetti di innovazione sociale (54%) può essere ricondotta alla sharing economy, l’economia della condivisione, un nuovo modello di business che promuove delle forme di consumo sempre più consapevoli e orientate non più al possesso, ma all’utilizzo (es. car sharing).

Emerge, anche in questo caso, il valore relazionale: se è vero che la condivisione è alla base di molti rapporti sociali, solo in questo periodo storico questa modalità ha raggiunto una scala così ampia. Un modello che ha potuto espandersi grazie anche alla capacità di coniugare in maniera efficace aspetti sociali ed economici, garantendo sostenibilità economico-finanziaria nel lungo periodo.

Attuatori dei progetti di innovazione relazionale

Attuatori dei progetti di innovazione relazionale (Grafico a torta)

Ed è qui che si racchiudono i due aspetti che, probabilmente, più di altri hanno attratto le imprese verso l’innovazione sociale: l’aspetto relazionale e di vicinanza ai territori come strumento di rafforzamento della reputazione e della licenza ad operare responsabilmente da un lato, e dall’altro la capacità di declinare i “risultati” sociali in risultati economici, che restano il fattore chiave di sostenibilità aziendale nel lungo periodo.