La sfida di oggi e di domani. Idrogeno e green gas
Emissioni climalteranti in aumento, obiettivi non rispettati e un urgente bisogno di ridefinire le politiche a livello globale per limitare le conseguenze del cambiamento climatico a breve, medio e lungo termine: questo è lo scenario allarmante che si è delineato nel corso degli ultimi anni e che rappresenta al contempo una delle più grandi sfide nella storia dell’umanità.
Per mitigare questi effetti sarà infatti necessario sviluppare un sistema economico basato su una progressiva decarbonizzazione, riducendo gradualmente l’utilizzo dei combustibili fossili, a partire da quelli più inquinanti, quale ad esempio il carbone, puntando ad un utilizzo dell’energia più efficiente al fine di contenere i consumi e favorendo lo sviluppo e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e alternative.
Tra le varie iniziative in programma si segnala, a titolo di esempio, la futura adozione della proposta legislativa “European Climate Law”, volta a definire in maniera vincolante nella legislazione UE il target di neutralità climatica al 2050. Si prevede, inoltre, la pubblicazione di uno specifico piano finalizzato ad aumentare l’ambizione delle riduzioni di emissioni al 2030 tra il 50 e il 55% (rispetto ai livelli del 1990), con la conseguente necessità di riformare alcuni dei principali atti legislativi UE in ambito energia e clima (ad esempio, le Direttive Emission Trading System, Energy Efficency, e Renewable Energy).
Per questo motivo alla conferenza sul clima di Parigi (COP21) del dicembre 2015, 195 Paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima a livello mondiale. L’accordo definisce un piano d’azione globale per mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. L’Unione Europea ha formalmente ratificato l’accordo di Parigi ad ottobre 2016 ed ha definito e declinato i propri impegni nell’ambito dei programmi “Clean energy for all Europeans Package” al 2030 e “EU 2050 Climate Long-term Strategy” che mirano, oltre che alla riduzione delle emissioni di CO2 (-40% al 2030 e -100% al 2050), anche all’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (+32% al 2030) e a un incremento dell’efficienza energetica (+32,5% al 2030).
La maggiore ambizione in ambito energia e clima si rispecchia ampiamente all’interno del documento programmatico “European Green Deal”. Si tratta di un elaborato, di natura non legislativa, della nuova squadra di governo europeo (Commissione Europea), insediata a partire dal 1° dicembre 2019. L’”European Green Deal” riepiloga l’insieme delle iniziative che la nuova Commissione Europea intende adottare nel corso del proprio mandato (2019 – 2024) al fine di avviare il percorso di neutralità climatica al 2050.
L’intenzione della Commissione Europea è anche quella di riformare l’attuale Direttiva Gas con l’obiettivo di facilitare la decarbonizzazione del settore attraverso la definizione di un mercato competitivo dei gas verdi e affrontando la questione delle emissioni di metano. In questo contesto, Snam ha scelto di assumere un ruolo guida nella transizione energetica imposta dagli accordi di Parigi e dagli obiettivi definiti a livello comunitario, non solo attraverso la continua crescita del proprio business, grazie ad esempio al progressivo phase-out del carbone, ma anche e soprattutto attraverso lo sviluppo dei cosiddetti “gas verdi”, quali idrogeno, biometano e metano sintetico.