La finanza sostenibile come strumento del cambiamento

Il percorso di cambiamento necessario per limitare il riscaldamento globale, e più in generale per garantire lo sviluppo sostenibile, presuppone l’attenta definizione di progetti, idee e traguardi, non sempre facili da raggiungere e da realizzare in termini temporali, ma soprattutto economici. La UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) ha stimato che la realizzazione dei SDGs (Sustainable Development Goals), obiettivi cardine dell’Unione Europea in termini di sviluppo sostenibile, è possibile attraverso un ammontare di investimenti a livello globale nel periodo 2015-2030 compreso tra i 5 e i 7 mila miliardi di dollari. Solamente in campo energetico, l’Unione Europea, per raggiungere i suoi obiettivi in termini di efficienza energetica e investimento in risorse rinnovabili, avrebbe bisogno di una cifra pari a 180 miliardi di euro l’anno, che salirebbero a 270 miliardi considerando anche i target relativi ai trasporti, all’acqua e al settore dei rifiuti. È evidente come queste cifre possano essere raggiunte solo attraverso la collaborazione tra privati ed enti pubblici, creando delle sinergie tra sostenibilità e settore finanziario e degli investimenti.

Il cambiamento climatico è percepito dagli investitori come un rischio sistemico per l’economia globale che può mettere a repentaglio la capacità del sistema finanziario di conseguire risultati nel lungo termine.

Infatti, secondo la guida della London School of Economics “Climate Change and the Just transition. A Guide for Investor Action”, il modo in cui le società gestiscono la transizione verso un’economia più resiliente e a basse emissioni di carbonio avrà importanti impatti sulla loro licenza ad operare; la gestione della dimensione sociale diventerà sempre più importante e materiale per l’ottenimento di obiettivi di valore. Incorporando una dimensione sociale nelle loro valutazioni, gli investitori riescono a interpretare meglio la transizione rispetto al panorama degli investimenti tradizionali. La buona riuscita di questa transizione dipende da una economia che funziona bene e che produce impatto sociale anche con il contributo degli investitori. Gli UNPRI (United Nations Principles for Responsible Investments) infatti affermano che “un sistema finanziario globale sostenibile ed economicamente efficiente è necessario per la creazione di valore nel lungo termine”.

The just transition and the Sustainable Development Goals

The just transition and the Sustainable Development Goals (Grafico)

Fonte: Adattamento da Robins N, Brunsting V and Wood D (2018) ‘Climate change and the just transition: guide for investor action.’ London: Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science. Originale disponibile al seguente link: http://www.lse.ac.uk/GranthamInstitute/publication/climate-change-and-the-just-transition-a-guide-for-investor-action/ 

Vi sono alcuni strumenti come gli SDGs che supportano gli investimenti nella transizione verso un’economia più resiliente e a bassa emissione di carbonio.

Anche secondo la guida emanata dal London Stock Exchange “Revealing the full picture”, i 17 SDGs forniscono un framework riconosciuto a livello internazionale per la stesura e prioritizzazione delle iniziative ed investimenti contenuti nei business plan aziendali. Gli SDG sono coerenti alla maggior parte dei framework di reporting ESG e misurano il progresso in relazione agli obiettivi globali di sviluppo sostenibile rendendo comparabili gli investimenti di sostenibilità su scala mondiale.

La finanza sostenibile (o green finance) prova a rispondere a queste aspettative, proponendo un nuovo modo di fare finanza, il cui obiettivo sia quello di creare valore nel lungo periodo, indirizzando i capitali verso tipologie di attività che possano generare ritorni economici e benefici per la società e per l’ambiente. Come definito dalla Commissione Europea, la finanza sostenibile si basa su due principi fondamentali: il primo è volto al miglioramento del contributo della finanza alla crescita sostenibile e alla mitigazione dei cambiamenti climatici; il secondo mira a rafforzare la stabilità finanziaria incorporando considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento.

Considerando il panorama europeo, nel marzo 2018, l’High-Level Expert Group on Sustainable Finance (HLEG), gruppo di esperti costituito nel dicembre del 2016 dalla Commissione Europea con il compito di elaborare delle linee guida per lo sviluppo della finanza sostenibile in Europa, ha pubblicato l’Action Plan sulla finanza sostenibile. Il documento identifica dieci azioni mirate ad orientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili, promuovere la trasparenza delle attività economico-finanziarie e gestire con maggiore efficienza i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali.

Oltre a questo, l’EUROSIF (Forum Europeo per gli Investimenti Sostenibili e Responsabili) ha definito quali sono le diverse strategie di investimento responsabile, come la scelta di investire in società che si dimostrano più performanti in termini di ESG, oppure la volontà di investire in settori specifici (investimenti tematici) quali quello della salute e delle energie rinnovabili, escludendo quelli ritenuti poco o per nulla etici, come il settore del tabacco o delle armi. Il report dell’EUROSIF sugli investimenti responsabili riporta il crescente interesse europeo per queste nuove strategie di investimento, sottolineando come nel periodo 2015-2017 la crescita di investimenti responsabili sia stata pari al 25%. Anche a livello italiano si evidenzia un maggior interesse nelle scelte di investimento sostenibile, per il quale, nel periodo 2015-2017 gli investimenti tematici sono passati da 2 a 53 miliardi di euro, mentre per quanto riguarda gli investimenti in società performanti in termini di ESG, il numero è cresciuto passando da 4 a 58 miliardi di euro.2

Al fine di garantire alle società l’accesso agli strumenti di finanza sostenibile, è rilevante il supporto di banche e mercato obbligazionario. Infatti, le banche possono agire come consulenti per aziende e istituzioni che intendano emettere obbligazioni, e possono fornire prestiti a tassi agevolati. Anche le assicurazioni possono giocare un ruolo chiave nel supporto alle imprese nella gestione del rischio di tipo non finanziario, applicando tassi variabili in relazione a performance ESG.

Crescita percentuale anno per anno dei green bond e valore in miliardi di dollari. 2013-2017 (Grafico a barre)
Rendimento cumulato in termini percentuali dei titoli dell’indice Stoxx Europe 600, in funzione del rating ESG, 2012-2017 (Grafico a linea)

Gli strumenti di finanza sostenibile più diffusi sul mercato sono i green bond ed i social bond, obbligazioni emesse per finanziare progetti rispettivamente di carattere ambientale e sociale. Negli ultimi anni la diffusione di questa nuova tipologia di obbligazioni è in rapida crescita. Nonostante i green bond rappresentino solo lo 0,2% di tutto il mercato obbligazionario, il loro valore e numero è aumentato in modo esponenziale, raggiungendo una cifra pari a 163 miliardi di dollari nel 2017. Un altro strumento finanziario fortemente diffuso sono i sustainable loan, prestiti finalizzati a promuovere la sostenibilità ambientale all’interno delle aziende, garantendo allo stesso tempo un vantaggio economico alle stesse.

I titoli azionari più
"sostenibili" hanno ottenuto
una crescita del

15%

rispetto gli altri titoli,
nel periodo 2012-2017

Lo studio “Relazione tra rating ESG e performance di mercato”, promosso dal Politecnico di Milano, ha evidenziato come i titoli aziendali caratterizzati da una performance ESG più elevata mostrino un rendimento migliore rispetto a quelli con una performance più bassa. I titoli azionari ritenuti “più sostenibili” hanno ottenuto una crescita, nel periodo 2012-2017, pari all’86%, rispetto ad un 70,9% dei titoli definiti come “meno sostenibili”.

È quindi evidente come gli investitori istituzionali e il settore finanziario dimostrino sempre maggiore interesse per le performance di sostenibilità delle società. Nei prossimi anni le imprese che non gestiranno correttamente gli aspetti ambientali, sociali e di governance potrebbero essere parzialmente escluse dalle scelte di portafoglio degli investitori. Di conseguenza, sviluppare strutture e strategie in grado di riconoscere, quantificare e gestire queste tipologie di rischio sarà necessario per salvaguardare gli interessi delle società nel mercato finanziario e non solo.

Accanto ad una corretta gestione di questi aspetti non deve mancare un’efficace disclosure: la rendicontazione di informazioni relative alla sostenibilità risulta strategica nel dialogo con gli investitori e gli istituti finanziari. Da uno studio del 2017 del Governance and Accountability Institute sulle società nell’indice Standard & Poor 500, risulta come la rendicontazione su aspetti ESG sia aumentata notevolmente negli ultimi 6 anni, passando da un 20% ad un 85%.

Growth of ESG Reporting by S&P 500 Companies (%)

Growth of ESG Reporting by S&P 500 Companies (%) (Grafico a barre)

A questo riguardo, il Financial Stability Board ha istituito nel 2015 la Task Force on Climate Related Financial Disclosure (TCFD) per sviluppare delle linee guida per una rendicontazione chiara e comparabile delle informazioni aziendali in relazione a rischi e opportunità finanziarie legati al cambiamento climatico. Le raccomandazioni finali, pubblicate nel 2017, sono state pensate per includere il rischio di cambiamento climatico all’interno delle decisioni di business e per facilitare l’allocazione dei capitali per facilitare la transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio.

Climate change and the just transition (Grafico a barre)

Anche il World Economic Forum (WEF) nel 2018, tra gli 8 principi per la Climate Governance ne ha indicato uno relativamente al reporting e alla disclosure. In questo principio si fa riferimento alla responsabilità del Board di assicurare che le informazioni strategiche e i rischi e opportunità materiali relativi al cambiamento climatico siano resi noti in modalità trasparente e consistente a tutti gli stakeholder della società con particolare riferimento agli investitori e laddove richiesto anche alle autorità di regolazione.

La disclosure delle aziende può quindi aiutare gli investitori a comprendere al meglio come investire responsabilmente e in modo “strategico”. L’elemento fondamentale di questa comprensione è una corretta valutazione delle eventuali esposizioni degli asset di portafoglio ai rischi di tipo ambientale e sociale. La Vigeo Eiris, un’agenzia di rating sociale e ambientale a livello europeo, ha sviluppato un database di 365 società in tutto il mondo che generano più del 20% dei profitti da attività collegate ai combustibili fossili, classificandole in base ai loro criteri ESG, come supporto agli investitori nelle loro scelte di portafoglio. I risultati mostrano come le società europee si sono dimostrate più performanti in ottica ESG.