Biometano: Realtà oggi e opportunità per il futuro

Il biometano è una fonte rinnovabile, flessibile, efficiente e programmabile, anche grazie alle infrastrutture di trasporto e stoccaggio esistenti, che si integra perfettamente e in maniera totalmente complementare rispetto alle altre fonti rinnovabili come solare e eolico.

Stipulati

14

contratti

di allacciamento per
l'immissione di biometano

Si ottiene, in impianti dedicati, dalla digestione anaerobica sia di sottoprodotti agricoli e agroindustriali sia della frazione organica dei rifiuti attraverso un processo di purificazione del biogas.

Il biometano può essere già oggi immesso nella rete e utilizzato in tutti i settori in cui il gas è presente. Proprio in quanto energia rinnovabile, il 2 marzo 2018, il governo italiano ha emanato un Decreto Ministeriale che incentiva l’utilizzo del biometano come combustibile per l’autotrasporto.

Il ciclo del biometano

Il ciclo del biometano (Grafico)

L’Italia, con circa 1.900 impianti di digestione anaerobica in esercizio, è oggi il terzo produttore al mondo di biogas da matrici agricole con circa 2,4 miliardi di metri cubi annui. Inoltre, in Italia vi è un grande potenziale di produzione di biometano da frazione organica dei rifiuti urbani.

I benefici del biometano sono molteplici:

  • esempio perfetto di economia circolare: sia in campo agricolo, sia in campo agroindustriale, sia relativamente alla gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), il biometano è prodotto attraverso scarti di lavorazione e sottoprodotti che, una volta completato il processo di digestione anaerobica, vengono utilizzati come fertilizzante totalmente naturale in grado di restituire ai terreni le sostanze organiche e nutritive necessarie in un’ottica di economia circolare;
  • una fonte energetica efficiente, flessibile e programmabile: la produzione di biometano è di per sé rigida e non programmabile; tuttavia, la presenza di infrastrutture quali le reti di trasporto gas e gli stoccaggi fanno sì che, al contrario delle altre energie rinnovabili, una volta immesso nella rete Snam il consumo di biometano possa essere modulato in base alle esigenze senza richiedere investimenti aggiuntivi;
  • totalmente rinnovabile e sostenibile: il biometano, nonostante sia un gas, è di fatto considerato una fonte neutrale da un punto di vista delle emissioni di gas serra e totalmente rinnovabile, in quanto la sua produzione avviene attraverso la trasformazione di scarti e materiale organico che comunque produrrebbero emissioni di gas serra. Inoltre, per il biometano da fonte agricola, è riconosciuto che le emissioni di anidride carbonica prodotte nella fase di combustione siano uguali alla quantità di anidride carbonica assorbita dalle colture durante la fase di crescita, rendendo il processo neutrale da un punto di vista emissivo. Il processo può addirittura da “neutrale” diventare “negativo”, in caso l’anidride carbonica prodotta e separata nella fase di purificazione del biogas venga utilizzata per usi industriali e/o alimentari. Inoltre, la produzione di biometano non è competitiva alla produzione di cibo e incentivando l’utilizzo di particolari culture energetiche “di secondo raccolto” permette di mantenere gli equilibri agroculturali dell’economia esistente;
  • crea valore per le comunità locali: il biometano può essere fonte di una nuova economia a livello locale, crea posti di lavoro, incrementa il gettito fiscale per le comunità locali, risponde alle esigenze di smaltimento e valorizzazione degli scarti di produzione e della frazione organica dei rifiuti urbani e, attraverso particolari tecniche di coltivazione, combatte gli effetti della desertificazione preservando, e talvolta ricostituendo, le specifiche nutrizionali dei terreni;
  • minimizza i costi di decarbonizzazione: non necessitando di nuovi investimenti in infrastrutture e aiutando a valorizzare scarti e sottoprodotti, il biometano diventa fonte fondamentale per centrare gli obiettivi nazionali ed europei in termini di decarbonizzazione.

Snam sostiene la filiera del biometano italiano e investirà almeno 100 milioni di euro in questo segmento di business entro il 2022. Oltre alle già citate acquisizioni (IES Biogas e Enersi), nel settore della produzione e della distribuzione del biometano Snam e BHGE (Baker Hughes, un’azienda del Gruppo GE) hanno firmato nel 2018 un accordo finalizzato alla realizzazione di quattro impianti di micro-liquefazione distribuiti sul territorio italiano. Questi impianti saranno in grado di liquefare anche il biometano prodotto da fonti rinnovabili e di trasformarlo in bio-GNL (Gas Naturale Liquefatto), che sarà poi utilizzato nel settore dei trasporti pesanti su strada e per la promozione dell’estensione di questa tecnologia anche ai trasporti via mare in Italia.

Il Consorzio Italiano Biogas (CIB) ha stimato un potenziale di produzione di biometano in Italia di 10 miliardi di metri cubi al 2030, di cui l’80% prodotto da matrici agricole. Se interamente utilizzato nel settore dei trasporti, il biometano garantirebbe la possibilità di alimentare con energia rinnovabile un terzo delle vetture circolanti in Italia, che potrebbero fare affidamento su una rete distributiva di circa 1.300 impianti e in costante aumento. Le opportunità di utilizzo e di ulteriore sviluppo della mobilità sostenibile sul territorio nazionale sono anche confermate da quanto stabilito nel nuovo Decreto interministeriale del 2 marzo 2018, che promuove l’utilizzo dei biocarburanti e del biometano nel settore dei trasporti, in linea con quanto previsto dalle Direttive UE sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili e sul raggiungimento dei target fissati in materia di biocarburanti da utilizzare nel settore dei trasporti. Infatti, entro il 2020 il 10% del carburante utilizzato per il settore dei trasporti nei Paesi della Comunità Europea dovrà essere rinnovabile.