Protezione della biodiversità
Tra le sfide ambientali da affrontare per creare un modello di sviluppo sostenibile, oltre alla riduzione delle emissioni, ha un peso rilevante anche quella per la protezione del territorio e della biodiversità. Snam, infatti, nella costruzione delle infrastrutture, pone grande attenzione alle attività di progettazione e dismissione dei gasdotti, al fine di assicurarne la costruzione nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità dei territori in cui vengono realizzati, adottando pratiche di compensazione qualora gli impatti siano inevitabili.
Sin dalla fase di progettazione della rete, Snam si impegna ad implementare tutte le misure necessarie per evitare o ridurre al minimo gli impatti associati alle proprie opere: ove applicabile, queste sono valutate in termini ambientali e di sicurezza attraverso le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) o di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), al termine delle quali le Amministrazioni preposte, sia a livello centrale che locale, rilasciano le autorizzazioni per l’avvio delle attività.
Nella fase di progettazione, il tracciato è scelto tra diverse alternative con l’obiettivo di evitare o minimizzare il passaggio in aree di rilevante interesse naturale o culturale, in aree archeologiche, in quelle geologicamente instabili, in aree antropizzate o in cui è prevista la costruzione di nuovi insediamenti abitativi.
In relazione alla realizzazione delle opere più rilevanti (impianti di compressione o grandi metanodotti), Snam valuta anche le ricadute economico-sociali dirette e indirette sul territorio e sulle comunità locali con strumenti e metodologie di Social Impact Assessment, attraverso l’adozione di un modello Input-Output regionalizzato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Management dell’università di Brescia e che consente di valutare l’impatto di un progetto, calcolandone il valore aggiunto generato dall’investimento a partire dal valore totale della produzione.
Successivamente alle fasi di progettazione e dismissione dei gasdotti, Snam avvia una serie di operazioni volte al ripristino delle condizioni vegetali e morfologiche preesistenti, garantendo la stabilità e l’equilibrio naturale dell’habitat circostante e favorendo la funzionalità biologica dell’area. In particolare, per sviluppare nuove infrastrutture, Snam adotta procedure che rispondono a valutazioni stringenti di compatibilità ambientale e di sicurezza e che garantiscono il massimo rispetto dell’ambiente naturale e la tutela biodiversità. L’approccio del Gruppo prevede un piano almeno quinquennale di rimboschimento, cura e manutenzione del verde a cui segue una fase di monitoraggio ambientale del territorio naturale circostante, con il confronto delle condizioni dopo i ripristini con quelle originali.
La nuova ESG Scorecard ha integrato un nuovo target specifico per il ripristino della vegetazione nelle aree naturali interessate dalla costruzione dei metanodotti del Gruppo, che mira a garantire un ripristino quasi totale (>99%) della vegetazione in oggetto fino al 2023, il cui stato di avanzamento sarà disponibile a partire dal 2021.
Quattro azioni per tutelare il territorio e la biodiversità
Nelle fasi di posa e dismissione di un metanodotto, Snam si impegna a tutelare il territorio e la biodiversità applicando un processo guidato da quattro direttrici fondamentali:
- Evitare di danneggiare l’ambiente e la biodiversità dei territori in cui sorgono le infrastrutture Snam;
- Minimizzare gli impatti sui paesaggi e sulla biodiversità;
- Ripristinare le condizioni vegetali e morfologiche preesistenti;
- Compensare gli eventuali impatti con ulteriori azioni volte alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente.
Per gestire tale processo in maniera efficace, Snam si avvale quando necessario della collaborazione di partner esterni che la supportino nella gestione degli aspetti più specialistici.
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2018 |
2019 |
2020 |
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Ripristini |
227 |
63 |
98 |
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Nuovi rimboschimenti* |
21 |
8 |
16 |
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Cure ambientali |
74 |
73 |
65 |
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Monitoraggi ambientali |
445 |
747 |
1.094 |
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L’attenzione verso la tutela del territorio e la protezione della biodiversità continua anche nella fase di monitoraggio del corretto funzionamento della rete, durante la quale Snam agisce su più fronti, garantendo un controllo completo, efficiente ed efficace di tutti i suoi asset. I metanodotti, gli impianti di stoccaggio e i relativi impianti ausiliari sono ispezionati regolarmente da personale specializzato sia a piedi che con automezzi o con sorvoli in elicottero o ancora con l’utilizzo di droni. Snam si impegna anche nello studio e sviluppo di nuove tecnologie, alcune anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale, volte al miglioramento continuo di tali attività. Ad esempio, il Gruppo si avvale dell’utilizzo di “pig” intelligenti, dispositivi muniti di sensori che, passando all’interno di gasdotti, rilevano la presenza di eventuali difetti o anomalie del materiale o di minimi spostamenti delle condutture. Inoltre, vi sono diverse soluzioni di In Line Inspection, che si basano su avanzati dispositivi in grado di individuare deformazioni della sezione delle condotte, difetti di natura costruttiva o corrosiva, ma anche spostamenti nel tempo dell’asse della condotta stessa. Tra le più recenti evoluzioni, si segnala lo studio della possibilità di introdurre delle tecnologie di rilevamento satellitare per migliorare la capacità di intercettare potenziali attività pericolose per la sicurezza delle infrastrutture. Nel 2020 Snam ha avviato il progetto, sviluppato in-house, del Leak Detection and Repair, che consiste in un sistema di ispezione e rilevazione aerea, in grado di individuare eventuali perdite di metano. Specificatamente per gli impianti di stoccaggio, Snam effettua invece il monitoraggio attraverso sistemi di rilevazione che possono attivare la messa in sicurezza degli impianti (ad esempio, rilevatori di fumo, trasmettitori di pressione, ecc.).
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2018 |
2019 |
2020 |
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Rete ispezionata con pig intelligenti |
1.651 |
1.651 |
1.487 |
Rete ispezionata con sorvoli in elicottero |
18.462 |
20.178 |
20.662 |
Rete ispezionata con tecnologia Leak Detection |
- |
- |
10.535 |
Rete sottoposta a ispezione geologica |
4.209 |
5.163 |
4.438 |
Percorrenza metanodotti in siti
Rete Natura 2000 (km)
Snam pone infine particolare attenzione alle operazioni che interessano i Siti di Interesse Comunitario (SIC), le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS), che insieme costituiscono i Siti Rete Natura 2000, il principale strumento utilizzato dall’Unione Europea per la conservazione della biodiversità istituito ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” per preservare gli habitat naturali a livello comunitario.
Per il 2020, i Siti Rete Natura 2000 soggetti alla posa delle infrastrutture hanno interessato le regioni Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Sicilia e la Repubblica di San Marino.
Decreti e provvedimenti ottenuti nell'anno
(di competenza MATTM)
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Progetto |
Lunghezza (km) |
Regioni interessate |
Data |
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Rifacimento Foligno (fraz. Colfiorito) – Gallese e opere connesse |
109 |
Marche, Umbria e Lazio |
06/03/20 |
Recanati – Foligno proroga del decreto VIA |
78 |
Marche e Umbria |
19/03/20 |
Rifacimento Chieti-Rieti |
134,528 |
Abruzzo e Lazio |
07/04/20 |
Rifacimento Gagliano-Termini Imerese Fase 2 |
60,45 |
Sicilia |
09/04/20 |
Rifacimento Sansepolcro-Terranuova Bracciolini ed opere connesse |
45,621 |
Toscana |
27/07/20 |
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Progetto |
Lunghezza (km) |
Regioni interessate |
Data |
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Metanodotto Pisticci – Sant’Eufemia – Realizzazione opere per dimensionamento a MOP 26 bar |
5,185 |
Calabria |
18/03/20 |
Allacciamento IVI Petrolifera Spa |
4,19 |
Sardegna |
10/04/20 |
Adeguamento della centrale di compressione gas di Malborghetto |
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Friuli Venezia Giulia |
15/04/20 |
Impianto di riduzione HPRS10 e Variante metanodotto Melizzano – Afragola DN 750 DP 75 bar, in Comune di Melizzano (BN) |
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Campania |
01/06/20 |
Varianti per ispezionabilità metanodotto Castelcampagnano – Caserta |
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Campania |
22/07/20 |
L’archeologia preventiva e i ritrovamenti archeologici in Sicilia e Puglia
Da sempre Snam ritiene importante realizzare le sue opere nel rispetto e nella tutela dei beni culturali, in particolare la conservazione della memoria collettiva, che non risiede unicamente nei resti monumentali o nel reperto archeologico in quanto tale, ma anche nei depositi stratificati non ancora affiorati dal terreno, quindi non ancora identificati. I presidi organizzativi definiti dal Gruppo permettono di rispondere prontamente alla normativa che, in quest’ambito, è sempre più sensibile agli aspetti ambientali, naturalistici e culturali e prevede l’applicazione di nuovi sistemi di tutela sia in fase progettuale che in quella realizzativa delle opere. Per garantire la tutela dei beni culturali e la conservazione della memoria collettiva e in conformità con la normativa, Snam adotta un approccio di archeologia preventiva, per ridurre il più possibile l’impatto delle opere in aree presumibilmente a “rischio archeologico”.
In particolare, Snam, tramite un team preposto alla sorveglianza archeologica dell’area interessata, svolge un’analisi interdisciplinare (morfologica, geologica, idrografica, paesaggistica, architettonica, ecc.), nonché un’approfondita ricerca bibliografica, archivista e ricognitiva per rilevare e preservare eventuali reperti e stratificazioni di interesse storico e culturale.
Nell’ambito delle operazioni svolte dal Gruppo, la sorveglianza archeologica non si limita solo alle fasi progettuali dell’opera, ma viene svolta efficacemente e con livelli di tutela equivalenti anche durante la fase di costruzione, avvalendosi anche del contributo specialistico di un team archeologico che svolge il compito di supervisionare tutte le operazioni di movimentazione terra, affrontando tempestivamente eventuali emergenze e condividendo con la competente Soprintendenza gli avanzamenti dell’opera, i risultati delle indagini e gli approfondimenti necessari.
Un esempio dell’efficacia di tale processo si è avuto tra maggio e settembre 2020, in località Caltavuturo, in Sicilia, quando gli studi finalizzati alla progettazione per il rifacimento del metanodotto Gagliano-Termini Imerese hanno riportato alla luce un tratto dell’antica strada romana Catina-Thermae databile, grazie ai materiali rinvenuti, al II-III secolo d.C. (età tardo imperiale). Questa scoperta assume importanza focale in quanto risulta essere il primo tratto di strada romana mai rinvenuto in suolo siculo. Già nota dalle fonti antiche (Itinerarium Antonini e Tabula Peutingeriana) e ipotizzata in quel luogo dagli studiosi di tipografia antica, la strada costituisce una delle arterie principali romane che, unendo le città di Catania e Termini Imerese, fungeva da collegamento commerciale e militare tra Mar Ionio e Mar Tirreno.
Ancora, nel corso nel 2020, durante la realizzazione del metanodotto Interconnessione TAP, in località Torchiarolo (BR), le attività di sorveglianza archeologica hanno permesso di individuare un nucleo di strutture murarie sepolte costituenti parte di numerosi ambienti domestici e artigianali. L’area indagata è stata oggetto di indagine geoscanner e prospezione magnetica non invasiva anche all’esterno della pista lavori al fine di chiarirne ulteriormente la planimetria generale e l’estensione. Ciò ha permesso di determinare, sulla base dei risultati ottenuti, che l’intera area costituisce un vasto sito archeologico, il quale sarà oggetto di successivi scavi da parte della Soprintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto. Ad oggi, infatti, l’interpretazione della natura e della datazione del sito è ancora in via di delineazione.