Biometano
Lo sviluppo del settore del biometano da produzione agricola rappresenta un’opportunità strategica per Snam, permettendo di consolidare e rafforzare i propri obiettivi di transizione energetica, oltre ad influire in modo positivo su tutto il comparto agroalimentare, promuovendo un modello economico sostenibile e circolare, e riducendo in modo significativo le emissioni nel settore agricolo e agro-zootecnico.
Per il Piano 2020-2024, gli investimenti nel biometano ammontano a circa €220 milioni al 2024 e prevedono la realizzazione di infrastrutture e impianti con una capacità installata di 64 MW, 22 in più del Piano precedente, nonché lo sviluppo di una piattaforma per la crescita nell’economia circolare e l’industrializzazione della produzione agricola. Inoltre, parte degli investimenti è destinata all’acquisizione di società attive nella produzione di biometano, per internalizzarne le competenze e cogliere ulteriori opportunità di crescita. Come formalizzato anche nella ESG Scorecard, Snam prevede di aumentare la produzione di biometano, fino ad arrivare a 141 milioni di metri cubi entro il 2023. Nel 2020 sono stati fatti i primi passi in questa direzione, arrivando a produrre 0,44 milioni di metri cubi.
Per raggiungere questi obiettivi, dal 2018, Snam si avvale delle competenze tecniche della sua controllata IES Biogas, che realizza, potenzia ed esegue interventi di manutenzione degli impianti di biometano nei settori della filiera alimentare, dei rifiuti e agricola. Nel corso del 2020, sono stati progettati e costruiti impianti per la produzione di biometano avanzato a partire dagli scarti e sottoprodotti dell’industria alimentare e dai rifiuti, in particolare della FORSU, la Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano. Nello specifico, oltre alla conversione a biometano di impianti già esistenti, sono stati costruiti quattro nuovi impianti in Veneto, Lombardia e in Sicilia che prevedono la produzione di biometano come combustibile alternativo per l’autotrazione di veicoli. Inoltre, IES Biogas è stata impegnata anche nella progettazione e realizzazione di diversi impianti per la produzione di biometano avanzato da reflui zootecnici, scarti agroindustriali, sottoprodotti di origine agricola e colture di secondo raccolto.
Biogas e biometano
Il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile ed è il frutto della fermentazione, in assenza di ossigeno e a temperatura controllata, di sostanze di origine organica (animale o vegetale) ad opera di numerosi batteri. Questo processo di degradazione delle biomasse (provenienti da residui agricoli, reflui zootecnici o fognari, colture di integrazione, frazione organica dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziati, ecc.) si chiama digestione anaerobica.
Il biometano è un gas derivato del biogas che ha subito un processo di raffinazione e purificazione, detto di upgrading, la cui concentrazione di metano o CH4 supera il 98%. Il biometano risulta quindi essere rinnovabile perché prodotto da biomasse agricole, e sostenibile, perché CO2 neutro.
Nell’ottica di crescere internalizzando le competenze tecniche di aziende leader nel settore, nel 2020, tramite la controllata Snam4Environment, Snam ha finalizzato l’acquisizione di Renerwaste S.r.l, società attiva nelle infrastrutture di biogas e biometano che opera attraverso tre impianti situati nelle province di Lodi, Milano e Tortona. Il Gruppo ha inoltre completato l’acquisizione del 50% di Iniziative Biometano, società operante in Italia nella gestione degli impianti di biogas e biometano alimentati con biomasse di origine agricola e proprietaria di cinque impianti di biogas già in esercizio per i quali è prevista la conversione a biometano, grazie a IES Biogas, con un potenziale complessivo di produzione a regime di circa 39 MW. Il primo di questi, in Sicilia, è entrato in produzione a ottobre.
Snam ha inoltre proseguito il progetto con Enersi Sicilia S.r.l., acquisita al 100% nel 2018, che prevede la realizzazione di un impianto di produzione di biometano e di compost che sarà utilizzato come fertilizzante naturale al posto di quello chimico. La struttura, che sarà conclusa nei primi mesi del 2021, sarà in grado di recuperare 36 mila tonnellate all’anno di FORSU, corrispondente a circa 3,2 milioni di metri cubi di biometano, pari a 30 GWh di energia prodotta l’anno, apportando numerosi vantaggi al territorio, tra cui la creazione di nuovi posti di lavoro, competenze, ritorno economico per le imprese locali coinvolte nelle fasi di costruzione, supporto e fornitura del nuovo impianto nonché vantaggi per i cittadini in termini di riduzione delle emissioni e dei costi di trasporto dei rifiuti.